Mentre Elba Rugby 1980 osserva lo stop del campionato per il Sei Nazioni che vedrà l’Italia opposta alla Francia (tra poco a Parigi diretta DMAX), ci godiamo le brillanti prestazioni degli “Azzurrini”. La U20 (a differenza della Nazionale maggiore) è estremamente competitiva nei confronti dei pari età del Six Nations ed il tifo degli elbani è tutto per ION NECULAI, potente pilone destro di Portoferraio che ha esordito nel torneo più antico del mondo.
Ovviamente grande soddisfazione per il club elbano, che fa pari con quella per le prestazioni del più giovane PIETRO MAZZEI già stato capitano della U18 in Irlanda lo scorso anno, ma questi traguardi non sono l’espressione solo del talento dei singoli, che esiste innegabilmente e della loro determinazione, ma anche di un movimento che, pur provenendo da una piccola isola, è stato in grado di esprimere con continuità atleti di primissimo piano. In epoca recente, ad aprire la strada delle accademie federali, è stato ANDREA CASCIELLO, riuscendo evidentemente, con il suo impegno esemplare, a predisporre positivamente i selezionatori verso gli atleti di un territorio così piccolo e periferico, fatto per niente scontato.
Oggi, il gigante elbano, appena ventunenne, gioca in serie A con il Prato come seconda linea. Altra seconda linea è quel CLAUDIO BORSI “veterano”, che ha dimostrato per primo che era possibile costruire una carriera partendo dall’Elba, prima nelle giovanili e poi in prima squadra del Firenze, approdando poi al Colorno neo entrata del massimo campionato.
Senza dimenticare le generazioni intermedie, con gli universitari MARTINO NERI ed ENEA GAMBELUNGHE, talentuosi tre quarti in forza al Bologna. Insomma, un’isola che evidentemente ha nel suo DNA questo gioco, che richiede coraggio e generosità, rispetto di se stessi prima ancora che degli altri, mai nemici ma fieri avversari.
Vincenzo Vozza