In relazione alle olimpiadi del 1960 ed alla partecipazione a quei giochi di un elbano, riceviamo e pubblichiamo qui di seguito quanto scrive Andrea Cignoni:
Nell’epoca della velocità e della modernità esasperate in cui viviamo, parlare delle Olimpiadi del 1960 è come evocare un mondo lontanissimo, ancora in bianco e nero, dove le notizie impiegavano del tempo a giungere a destinazione e sopratutto le speculazioni relative alle stesse erano appannaggio quasi esclusivo degli addetti ai lavori (purtroppo o per fortuna).
Ma ricordare questo avvenimento storico (è proprio il caso di dirlo) ha ancora una sua importanza per almeno tre motivi, di seguito elencati in ordine di importanza decrescente:
- Paolo Amorini, elbano doc seppur da decenni trapiantato in Francia, è tuttora il solo isolano ad aver partecipato a un’ Olimpiade moderna. Non me ne voglia il mio amico Francesco Costa, che spero abbia la possibilità di leggere queste righe, ma per un mio malcelato snobismo continuo a ritenere le Olimpiadi estive i “veri” giochi Olimpici. Limite mio, ne sono consapevole.
- Dal 1896 l’edizione del 1960 rimane, ad oggi, l’unica ad essersi disputata sul suolo Italiano. Mi piace immaginare che, 60 anni or sono, abbia costituito un motivo di orgoglio ulteriore per il nostro conterraneo.
- Permettetemi la parentesi personale: sì, perché se non fosse stato (anche) per il piccolo ma fondamentale contributo del dottor Cignoni (mio padre)probabilmente un anniversario del genere sarebbe passato inosservato: e sarebbe stato un vero peccato, anche se sono convinto che Paolo non se la sarebbe presa.
Perché alla fin fine noi isolani siamo un po’ così: ci fa sicuramente piacere essere ricordati e festeggiati per i nostri risultati, ma se ciò non dovesse succedere…beh, ci interesserebbe fino a un certo punto. E poi, poche persone possono avere l’onore di custodire ricordi simili. A dirla tutta, all’Elba nessun altro.
Auguri di nuovo Paolo.