Era il 2002 quando Tiziano Terzani tornò dall’Himalaya sentendosi richiamato dal dovere civile di fare tutto ciò che poteva (scrivere, parlare, incontrare gente) contro la guerra. Lettere contro la guerra si chiamava un libro tanto attuale anche oggi (nella pagina di Incontri Rainews la mia intervista sul tema) che la guerra si sta riaffermando come forma di soluzione dei problemi internazionali in Asia, in Africa e sulle parti estreme d’Europa, e con l’America che sostituisce le sue truppe con i droni, gli aerei senza piloti.
E quando per un mese intero girò in lungo e in largo l’Italia per presentare il suo libro, conobbe da vicino realtà, movimenti, associazioni, idee che i media ignoravano (e ancora ignorano) del tutto. Aveva quasi deciso di cominciare questo giro, di fare l’inviato speciale nella sua terra d’origine, dopo aver raccontato per anni l’Asia lontana, per poter raccontare quelle realtà nascoste che testimoniavano idealità nuove, passioni, voglia di cambiamento, aspirazioni a una nuova economia più rispettosa dell’uomo e a un sistema di relazioni umane basate sull’ascolto, l’accoglienza, la comprensione. Non fece in tempo, perché gli restava da vivere poco tempo che dedicò a narrare il percorso di una vita e di un’epoca.
Io faccio così. Sette mesi in viaggio
Mi ha ricordato questo suo progetto, almeno per l’ipotesi di lavoro, il libro di Daniel Tarozzi Io faccio così. Viaggio in camper alla scoperta di un’Italia che cambia, edito da Chiarelettere.
Un libro che va letto, conservato in biblioteca e anche, perché no, portato con sé durante i viaggi. Perché il viaggio dell’autore per l’Italia di sette mesi e sette giorni, tra la fine del 2012 e l’inizio del 2013 ci dà una visione del nostro Paese che è pressoché oscurata da chi quotidianamente, sulla stampa e in tv, ci racconta l’Italia.
“Ci sono tantissime realtà italiane in movimento – dice Hans Schmieder, dell’Accademia del colloqui di Dobbiaco, in Trentino Alto Adige. – Il problema è che sono invisibili. Dobbiamo lavorare per farle vedere.” Giustamente questa osservazione viene riportata fra i “pretesti” che aprono il libro e anticipano il racconto del viaggio. “Come vivono le persone che cambiano? - si chiede Tarozzi all’inizio del viaggio e durante tutto il percorso – Riescono a portare avanti le loro idee, le loro pratiche? Sono una nicchia o sono tante? Sono integrate nella società o vivono come eremiti? Stanno meglio o stanno peggio di prima?”
Così, dopo aver lavorato per anni prima al giornale web Terranauta, poi al quotidiano on line Il cambiamento insieme a Paolo Ermani, Daniel Tarozzi ha deciso di vivere per sette mesi on the road e di conoscere da vicino e raccontare decine di realtà di ogni genere, attraversando l’Italia da Cuneo a Catania e toccando tutte le regioni. “Un viaggio reale nel Paese reale” dice.
Dal Piemonte alla Sicilia
Comincia con la comunità spirituale di Damanhur, una federazione di società ed eco-villaggi sorta nel 1975 nei pressi di Ivrea e legata fino all’anno scorso alla personalità carismatica di Oberto Airaudi e termina a Catania con The Hub, uno spazio per tutti gli innovatori sociali siciliani: imprenditori, imprese sostenibili, professionisti e associazioni interessati all’eco-sostenibilità. Le realtà che ci descrive sono di dimensioni diverse, alcune più note, come l’Università degli Studi di scienze gastronomiche fondata a Bra da Carlo Petrini, altre rimaste assolutamente nell’ombra, come il progetto dei Bilanci di giustizia, partito in Veneto e diffuso in tutta Italia, che aiuta gli iscritti a risparmiare fino a 200 euro al mese attraverso un monitoraggio dei propri consumi e delle proprie spese. Il viaggio di Tarozzi ci permette di avere una mappa del nostro Paese con vere e proprie perle di saggezza collettiva messe in atto in ogni provincia e luogo più sperduto. A ogni realtà si dedicano poche pagine e in molti casi ci sono utilissimi rimandi a siti web da cui si può saperne di più, a partire dal sito www.italiachecambia.org dello stesso Tarozzi, pronto a ripartire tra breve.
Quella che ne emerge è un’Italia davvero diversa da quella che è tornata da qualche settimana a “sbattere i mostri in prima pagina” (fingendo di dimenticare la lezione dell’omonimo film del ’72 di Marco Bellocchio). E’ un arcipelago di iniziative locali, quali più quali meno capaci di collegare le proprie esperienze a una rete umana più vasta, ma tutte in grado di offrire a chi ne fa parte un’occasione di vita fuori dagli schemi ordinari fondati sul profitto e la schiavitù dal tempo di lavoro. Solidarietà, attenzione all’ambiente e piena coscienza della nostra responsabilità, sensibilità per l’arte, la bellezza e il recupero delle tradizioni si incontrano nelle forme più diverse. “La libertà non vale nulla senza la responsabilità. L’arte ha quindi una grande responsabilità – dice Michelangelo Pistoletto, fondatore nel 1998 della Città dell’Arte, in Piemonte -. Bush ha inventato la guerra preventiva, noi dobbiamo inventare la pace preventiva”.
Pianissimo. Diario di un bibliobus in Sicilia
Una certa parentela con il libro di Tarozzi ha un altro diario di viaggio, Pianissimo. In viaggio a 20 km. l’ora per amore della libertà, edito da Terre di mezzo. Ne è autore un altro giovane (poco più che trentenne, come Tarozzi), che stanco di un lavoro frustrante nell’editoria, per gli schemi del mercato librario fondati sul Dio consumo, torna da Roma nella sua Messina, affitta un furgone scassato, lo chiama Leggiu, lo riempie di libri dopo l’accordo con una trentina di piccoli editori e ne fa una libreria itinerante. Il libro è il racconto del suo viaggio attraverso 44 paesi e città della Sicilia, per “rendere il giusto merito ai libri, agli scrittori, alle storie” attraverso letture in piazza e vendita di libri. Una storia molto simile a quella che Gemma Messori vorrebbe poter raccontare all’Elba.
Anche il viaggio di Nicosia, ispirato all’esperienza del bibliobus di Luciano Bianciardi che negli anni Cinquanta portava i libri ai minatori di Ribolla, ci presenta un pezzo di Italia ignoto, in cui sembra non essere “mai troppo tardi” combattere l’ignoranza e un certo analfabetismo, offrire l’occasione di conoscere i libri e quello che contengono, con le reazioni più diverse: da quelle degli spettatori, piccoli e grandi, incantati dai racconti, ai “Ma che minchia ci fai cu ‘sti libri”, urlato da una ragazza con le treccine da un motorino. Anche nel caso di questo viaggio, che si conclude con ottimi e insperati risultati di vendite, oltre al libro c’è un sito: www.pianissimolibrisullastrada.it
Peccato, peccato davvero, che entrambi questi libri, che potrebbero essere bei racconti di viaggio sacrifichino all’urgenza del dell’informazione la qualità narrativa, che ovviamente non può essere quella di Terzani. Ma il lettore deve essere preso per mano anche attraverso una forma-racconto e ad esempio non ci interessa sapere di tappa in tappa chi ha mangiato cosa e con chi, se il racconto del pranzo, come quello del viaggio, non è ben condito da un saper narrare. Ma questa, anche nell’Italia che cambia, è una qualità che resta assai rara.
Daniel Tarozzi, Io faccio così. Viaggio in camper alla scoperta dell'Italia che cambia, Chiarelettere, pp. 352, euro 14,50.
Filippo Nicosia, Pianissimo. Libri sulla strada. In viaggio a 20 km l'ora per amore della lettura, Terre di mezzo
editore, pp. 140, euro 13,50