Illustre direttore,
il suo intervento e gli altri che si sono avuti negli ultimi due giorni sul problema della fruibilità delle Grotte meritano alcune precisazioni. La prima sul “ perché” della chiusura ieri 30 settembre. La data è stata scelta liberamente da Archeocolor . Alla proprietà andava benissimo che avvenisse un mese dopo,come inizialmente programmato.
La seconda sull’interruzione del contratto di comodato. Essa deriva dalla necessità di fare un supplemento di istruttoria sulle condizioni di sicurezza del sito, sicurezza per i visitatori e per i resti archeologici stessi.
L’utilizzazione del sito in nodo innovativo fatto da Archeocolor– in particolare le serate astrofile e i progettati concerti serali - ha riproposto in luce nuova le condizioni generali dell’organizzazione del sito soprattutto alla luce di quanto ebbe a scrivere molti anni fa il funzionario competente della Sovrintendenza Archeologica della Toscana : ”..alcuni tratti delle strutture murarie in opus reticolatum mostrano segni di incipiente collasso …”; e ancora : “.. le maggiori preoccupazioni sono per gli ambienti ….situati nel settore nord ..dove la presenza di alcune vistose crepe rende indispensabile l’installazione di vetrini-spia… Siccome non mi risulta che dopo questa perizia vi siano stati interventi di consolidamento ho reputato pertinente una richiesta di chiarimento sulle reali condizioni di questi muri vecchi di 2000 anni. La Sovrintendenza ha fatto un sopraluogo nel mese di settembre ma non ha ancora inviato alcuna comunicazione sui risultati degli esami. A mio parere questa situazione invita alla prudenza e alla cautela nell’uso dell’area archeologica.
In particolare occorre attrezzare meglio il sito: dotarlo di impianto di luce elettrica – specie se si vuole fare attività in ore notturne – e di scale e sentieri protetti per una visita più sicura come è stato fatto nella maggior parte dei siti archeologici della costa tirrenica: da segnalare come esempio positivo ciò che è stato fatto a Luni, sito a pochi chilometri a nord di Carrara. Preciso che si tratta per lo più di interventi non particolarmente costosi ma a mio parere indispensabili specie quando si vuole promuovere la visita del sito nelle scuole e fra gli anziani. Se il sito archelogico è giudicato strategico per la valorizzazione turistica dell’isola e in particolare del golfo di Portoferraio ne va tenuto conto nell’organizzazione , affinchè sia rispettato il principio “fruizione del sito archeologico nel rispetto della sicurezza dei visitatori e dei manufatti archeologici ”.
Il rispetto di questo principio è il cardine della politica di fruizione della Villa Romana delle Grotte adottata dalla Fondazione proprietaria.
Detto questo esprimo la mia soddisfazione per la centralità che il sito ha assunto nella vita culturale e turistica dell’isola.
Il futuro della Villa delle Grotte non appare quindi drammatico né oscuro ma orientato a un futuro dove la razionalità e la ragionevolezza dovranno avere tutto lo spazio che meritano.
Sono rimasto molto sorpreso dall’atmosfera artificiosamente drammatica che in questi due o tre giorni qualcuno ha voluto evocare con articoli, interpellanze e discussioni in consiglio comunale, striscioni - e di cui anche la proposta di esproprio è un esempio- : questa emotività è non solo fuori luogo ma controproducente perché può ostacolare il rafforzarsi di un incipiente e ancora vago rapporto di collaborazione fra la Fondazione Villa Romana e l’Amministrazione Comunale di Portoferraio.
L’intervento dell’Amministrazione Comunale sarebbe infatti decisivo per far fare un salto di qualità ai servizi culturali che la Villa Romana può offrire e al ruolo turistico che può assumere ; ed anche per integrare maggiormente la vita della Villa Romana in quella cittadina e isolana, dando spazio a voci e rappresentanze locali.
Un cordiale saluto
Marcello Pacini
Gentile Dott. Pacini
La ringrazio per l'iniziale "illustre" che mi sembra però, sovradimensionato rispetto al personaggio di che trattasi, e, senza entrare troppo nel merito dei rapporti e del contendere tra Fondazione, Archeocolor, Comune e Sovrintendenza, mi permetto di chiosare le sue considerazioni limitatamente ad alcuni punti.
In primo luogo si rammarica del clima di allarme creatosi intorno alla chiusura, o meglio alla ri-chiusura del sito. Ma poteva attendersi qualcosa di diverso?
Si metta nei panni di un poco illustre cittadino come chi scrive, che ha visto per anni quel monumento chiuso e precluso, infestato da essenze vegetali all'interno, usato come parcheggio di camion e discarica all'esterno, ed a cui è capitato di vederlo tornare dignitoso, fruibile ed ottimamente gestito. Quale reazione può avere di fronte alla anticipata (anche se Lei ci assicura - o no? - temporanea) fine del gioco?
Poi, sulla "proposta di esproprio": chiaramente Lei, tanto liberista da aver militato (da parlamentare) nelle fila berlusconiane ed io che sto da sempre in una sinistra senza se e senza ma, non possiamo avere visioni coincidenti.
Io sono convinto (pensi che bizzarria!) che tutti i beni archeologici, monumentali, culturali, naturalistici di rilevante significato dovrebbero essere proprietà comune (del popolo italiano e di quello europeo in primis), e tra l'altro Le faccio notare che l'istituto dell'esproprio per fini di pubblica utilità, non è roba da Russia dei Soviet, ma è compatibile con la Costituzione della Repubblica Italiana quanto lo è il diritto di proprietà.
Al di là dall'averci scherzato su, la questione secondo me è etica e generale, e non nasce e non finisce sulla Villa Romana. Ma credo comunque che su questo fronte possa dormire tra due guanciali, si figuri, con l'aria che tira, se il tagliuzzato Ministero dei Beni Culturali - unico soggetto che, a quanto mi risulta, potrebbe promuovere un tale procedimento - si sogna di investire soldi in questa direzione.
Visto quindi che il problema al momento non si pone, e che la questione reale per me è che la Villa Romana torni quanto prima ad essere fruibile e ben gestita (come è accaduto in questi mesi), ragionando realisticamente Le faccio notare che, con toni e accenti diversi, Lei ha chiuso il suo intervento, più o meno come chiudevo il (più disimpegnato) mio, con la sollecitazione al Comune di farsi parte diligente.
Vedremo... ma intanto, al contrario di Lei, penso che non tutte le interpellanze vengano per nuocere.
Per ora, gentile Dottore, prenda atto che nel sentire comune dei portoferraiesi ogni giorno che passa "a cancelli chiusi" rafforza e sostanzia quel "Perche?"
Ricambio il cordiale saluto
sergio rossi