GRANDUCATO DI TOSCANA ASBURGO LORENA
Nel 1804 l’editto napoloenico di Saint-Cloud,impone la sepoltura dei cadaveri fuori dei centri abitati in cimiteri suburbani. L’Elba in quel periodo era parte integrante della Francia: era territorio francese. L’editto napoleonico non trova applicazione sull’isola neppure quando Napoleone Bonaparte fu sovrano dell’Elba. Ho già parlato della vicenda della nascita del Camposanto di Portoferraio avvenuta ad opera della sua Magistratura Comunitativa nel restaurato governo granducale. Fu un’opera pubblica che si rese indispensabile per la mancanza di cimitero. Per rendersi conto di come stavano i fatti sulla sepoltura dei cadaveri è importante conoscere quanto scrive Giuseppe Ninci nell’ottobre del 1815 pochi mesi dopo la fuga di Napoleone dall’Elba.
E’ una lettera manoscritta dal Ninci in veste di Presidente dell’Uffizio dell’Opera del Duomo di Portoferraio e indirizzata al Commissario Straordinario per l’Elba e Piombino, conte Agostino Fantoni.E’ una lettera che descrive molto bene la situazione della sepoltura dei cadaveri in Portoferraio la quale avveniva in aperta campagna presso l’oratorio di S.Rocco e il fatto “diede luogo ai cani e ad altre bestie, con sommo dispiacere dè cittadini, di dissotterrare e lacerarne i cadaveri”
“Portoferraio 28 ottobre 1815
Il Presidente dell’Uffizio dell’Opera
All’Ill.mo Sig
Conte A. Fantoni Commissario Straordinario per S.A.I. e R. nell’isola d’Elba e Piombino
La piazza di Portoferraio sotto il pacifico governo dell’immortal Leopoldo,ottenne di erigere un Campo Santo fuori delle mura principali, entro peraltro l’avamposto del forte del Ponticello. Gli assedi sostenuti nell’ultime disgraziate vicende d’Europa, diedero luogo ad abbattere le mura di quel luogo sacro e a proibirvi l’inumazione dè fedeli.Questi vennero perciò inumati presso l’Oratorio rurale di S.Rocco ma all’aperta campagna;ciocchè diede luogo ai cani e ad altre bestie, con sommo dispiacere dè cittadini, di dissotterrare e lacerarne i cadaveri.
La Comune non però dimenticarsi di acquistare un Locale ad hoc fuori delle mura e fu precisamente un pezzo di terreno presso il semidiruto e profanato oratorio della S.ma Annunziata. Ma neppure forma fin qui si è data al quel Luogo di Campo Santo né vi si è eretto alcun muro a ciò conveniente. E’ in questa fausta desideratissima circostanza della felice riunione dell’isola d’Elba alla bella Toscana e degli antichi figli all’amoroso padre l’Augusto il pio sovrano Ferdinando II che i doveri della mia carica solennemente m’impegnano di esporre a Lei Ill.mo Signore, ciocchè sopra e le mie deboli riflessioni che appresso pregandola di avere la bontà di umiliarle al trono del nostro adorato Monarca,affinchè la di lui innata pietà, sia a dar quella mano di cui l’Opera, priva d’ogni fondo abbisogna per sottrarsi al pie col debito di lire mille contratto nei necessarissimi risarcimenti fatti nella chiesa parrocchiale il 1813 di riaprirsi al divino culto e possa avere finalmente un luogo di benedizione e difesa dalla voracità delle bestie per darvi conveniente sepoltura ai fedeli.
=Circondandosi di una semplice muraglia….
Umilissimo e devotissimo servitore
G. Ninci. Presidente”
(Corrispondenza con ufficio fossi di Pisa dal 1815 al 1818.C60.Carta 106.ASCP)
Anche sul versante di Marciana, all’Elba, le cose non stavano bene per quanto riguarda la sepoltura dei cadaveri. E’ quanto si apprende dal documento del Potestà di Marciana inviato al conte Strasoldo, governatore militare e civile d’ Elba nel giugno del 1816.
“Eccellenza
Con mio settimanale rapporto diretto a codesto Sig.re Auditor Vicario (Giudice ndscr.) del dì 29 Marzo passato, mi feci un dovere di parteciparli il gravissimo inconveniente del tutto contrario alli antichissimi savissimi toscani Regolamenti tuttora vigenti ritrovato in questa mia Civile Giurisdizione ed in specie in questo luogo di Marciana di tumularsi i Cadaveri umani nella istessa pubblica chiesa Arcipretale situata quasi in centro del Paese per trenta giornate, non solo non si resiste dentro dall’estremo fetore ma si sparge questo per il Paese tutto pure rendendo così con le sue proprie esalazioni l’aria respirabile mefitica ed insalubre a danno dei suoi abitanti con più commettersi l’altro di tenersi gli stessi Cadaveri qualche giorno prima della loro tumulazione esposti pubblicamente nella detta chiesa affato scoperti e vestiti alla naturale,come in vita,in tempo pure dell’esercizio della Sacre Funzioni e della Celebrazione delle Messe festive che portano il necessario intervento del popolo. Questi due notevolissimi inconvenienti si sanno provenire da mancanza di Cimiteri e Stanze mortuarie…
Marciana 16 giugno 1816
Umilissimo, Devotissmo Servitore
Avvocato Leopoldo Casciani Potestà”
(Affari Generali del Governatore militare civile dell’Elba anno 1816.Filza n. 5. Carta 251.ASCP)
Il Potestà è un funzionario dell’amministrazione della giustizia che il Granducato di Toscana Asburgo-Lorena aveva introdotto accanto all’Auditor Vicario (giudice). All’Elba le potesterie erano due con sede una a Longone e l’altra Marciana: in ciascuna delle due potesterie il Potestà aveva solo la giurisdizione civile.
Marcello Camici
ASCP. Archivio storico comune Portoferraio