Quanto sarebbero belle la semplicità, la bellezza e la verità!
Sempre di più mi soffermo ad ammirare i particolari che ci offre la Natura.
Un giorno osservavo l’incontro di due lucertole. Che mondo in quel piccolo spazio!
Si son messe una a fianco all’altra, forse per colloquiare.
Ogni tanto si concedevano due passi per distrarsi intrecciando sinuosi ed eleganti movimenti e poi tornavano insieme.
Questi particolari della natura, la bellezza dei colori, dei fiori, le infinite variazioni del blu del mare… queste sono le cose che mi dispiacerà lasciare…
Ora voglio parlare degli uomini, quelli che rappresentano l'altra faccia della medaglia dell’Art Center in 50 anni di vita.
Questi uomini, al quali interessa solo il denaro e il potere, non hanno per niente progredito, sono senza cultura, parola che significa conoscere e soprattutto comprendere la vita.
Nel mio intenso lavoro li ho sempre osservati, anche perché ho dovuto cercarli con la speranza illusoria di avere aiuti per la cultura, che regolarmente ho svolto a San Martino dal dopoguerra ad oggi, 1964 – 2014, vendendo tutti i miei averi.
Il caso ha voluto che loro vivessero per sopraffare il prossimo con promesse, bugie e con tutti i mezzi che oggi conosciamo di tanti politici. Molti di questi si sono arricchiti, peggiorando la loro persona (che per l’appunto in etrusco antico vuol dire maschera) e senza sapere che, come diceva Alessandro Magno, siamo venuti a mani vuote e a mani vuote ce ne andiamo.
Io ho vissuto per imparare qualcosa che oggi mi pare nulla rispetto a quello che sempre di più immagino e che non potrò mai raggiungere. Ho vissuto per la ricerca di questo “qualcosa” che è la vita e la verità.
Amo Giordano Bruno. Questa semplice verità di cui io ho sempre fame mi è costata cara. Quei “personaggi” arroganti, in 50 anni che li conosco hanno scambiato le persone più intelligenti, che si presentano con semplicità e umiltà, come povere e indifese.
I grandi sono sempre semplici.
Questo ho imparato anche dall'amico Mario Luzi, spesso con i suoi lunghi silenzi.
Quante umiliazioni e delusioni ho preso da questi uomini che sanno tutto non appena si sono procurati un piccolo “paesano piedistallo”. Tutti cercano questi piedistalli dai quali illustrare le loro qualità e possibilità e... comandare.
Napoleone diceva: “sarebbe un ottimo affare comprare gli uomini per quello che valgono e rivenderli per quello che si ritengono di valere”.
Con quale semplicità parlava un umile persone di nome Gesù!
Quando qualcuno si muove in modo diverso... questi elbani dicono: “Ma chi si crede d'esse? Ma chi glielo fa fa!”.
Così mi sentii dire quando ebbi l'idea di creare un Centro per la cultura e quando portai l'Arte Moderna all'Elba nel 1967 al Circolo di Carpani. I colleghi mi “tiravano i piscialletto” allora così si usava dire.
Non ho lavorato per nessun partito ma per l'Arte, la Cultura e il Turismo creandomi anche dei nemici, perché... se non sei con me... sei contro di me.
Oggi sul finire della mia vita mi diverto a raccontare i patimenti subiti e gli scorni presi durante il mio intenso lavoro giornaliero.
Un viaggio della memoria, quanta tristezza, quanti sorrisi falsi e quante promesse, promesse dette con la massima certezza e sicurezza; pensare che per me il dubbio è una cosa importante. Non sono un funzionario della vita, ma come artista sono un osservatore, un po' esperto direi data la dovuta conoscenza di migliaia di allievi, genitori e pubblico, costantemente.
Cultura vuol dire saper tenere anche rapporti con gli altri. Questi “amici”, compagni di questa breve navigazione, ex alunni del Liceo, perché hanno avuto un comportamento diverso da quelli del “Continente” più o meno noti realmente?
Vivendo nei vari luoghi della Toscana non passa tempo che sia invitato a cena o ad altri incontri. Uno, addirittura, ha amato così tanto l'arte con me che mi ha voluto portare a New York a vedere una particolare mostra.
Oggi oltre ad essere un mio amico carissimo è diventato anche il mio medico, quel medico che, intelligentemente e generosamente, più volte mi ha “ripigliato”.
Figlio di un disoccupato, che poi si ammalò di una grave depressione dopo i bombardamenti degli altiforni, dovetti fare l'insegnante, il muratore e il pittore.
A 13 anni il prof. Alfonso Preziosi mi organizzò la prima mostra e a 19 anni ebbi l'incarico dell'insegnamento della Storia dell'Arte al Liceo con alunni di poco più giovani di me. Contemporaneamente costruivo la mia casa a Magazzini con l'aiuto di un solo uomo impiegando 5 anni.
Nel 1964 ebbi l'idea di creare l'Art Center, quel luogo di artisti e pubblico internazionale che ha offerto all'Elba oltre 350 serate culturali, che rimane l'unico ambiente cultuale aperto al pubblico da 50 anni e che non ha mai avuto aiuti economici ( tranne per un breve periodo la Fondazione Cassa di Risparmi di Livorno che contribuì alla pubblicazione di vari volumi del Centro stesso.).
Mi sono sempre alzato alle 4 del mattino e ho lavorato tutta la vita all'aria aperta o al cavalletto.
Penso a quanti elbani, moltissimi, abbiano “vogato” contro il mio intenso lavoro ostacolando la realizzazione di questo Centro.
Ora voglio sottolineare alcuni fatti che non dimenticherò.
Quando cominciò ad arrivare il pubblico alcuni vicini mettevano le pietre davanti alle macchine perché la strada non era asfaltata e sollevavano polvere ed anche pensavano di perdere la pace in questo luogo di San Martino denominato “Lo Scotto” (e lo scotto l'ho ben pagato).
Ogni anno dovevo comprare nuovi cartelli segnaletici perché me li toglievano.
Un vicino mi ha più volte ricattato, magari per avere un metro in più di terreno.
Un vicino mi segnalava all'APT, al Comune e alle Autorità a nome di altri condomini con false firme per disturbi vari. Ho sempre evitato le cause con la pazienza di Giobbe.
Bisogna passarci per credere a queste angherie.
In somma i vicini me le hanno combinate di tutti i colori. Meno male che a me i colori servono per imparare.
Un alunno, che fra l'altro ha esordito all'Art Center con una sua conferenza, (e non è il Sindaco Ferrari pure alunno e conferenziere) mi ha denunciato alle Belle Arti per aver messo due chiodi in un muro protetto.
Questo me lo dicevano scherzando e ridendo alle Belle Arti .
Un altro ex alunno, avendomi combinato un “guaietto” poiché non l'ho taciuto, mi ha tagliato le gambe tutta la vita approfittando della sua carica pubblica.
TV e giornalisti sono stati deviati dal venire al Centro Museo. Meno male che oggi vengono spontaneamente grazie a internet e che il Centro si è fatto conoscere in campo internazionale da sé.
Un altro ex alunno, diventato un professionista, lavorava con me in un luogo pubblico e mi voleva estromettere dall'incarico per gelosia, ma ottenne l'esito opposto.
Fingendosi una “mia ammiratrice” per anni mi scrisse lettere anonime giudicandomi ora bene ora male e malissimo.
Un altro ex alunno, che ancora ricopriva una carica pubblica, mi fece organizzare una mostra in una città alla quale doveva partecipare con l'esposizione di alcuni prodotti.
All'inaugurazione non furono presenti né lui né le sue eccellenze dell'Elba. Gli presentai le mie rimostranze ma ottenni solo di inimicarmelo e così mi chiuse altre possibilità per l'Art Center.
Ancora: per una mia mostra nel palazzo dei Consoli a Gubbio fu deciso dal Comune di esporre uno stendardo sul balcone dell'edificio comunale e organizzare un pulman per la visita. Dopo alcuni anni mi arrivò una multa di 800.000 Lire per l'esposizione di quello stesso stendardo.
E chi ha praticamente aiutato il Centro in 50 anni? Ricordo un ingegnere dalla Magona di Piombino, di nome Magagnini, che mi mandò delle lamiere per ricoprire un primo spazio del Centro e un tedesco che vedendomi spargere il breccino sulla strada si fermò, si tirò su le maniche e cominciò a lavorare di pala. Questo è quanto.
Un giorno sembrava arrivata la volta buona; nella cantina del Centro affollata di pubblico per una mostra un sindaco riconobbe il nostro lavoro e promise tanti interventi ai quali con non erronea intuizione non ho mai creduto, mi limitavo a fargli delle “battute” e tanti sorrisi.
Un comune ha trascurato una ceramica di 5 metri non l'ha mai murata ma appoggiata su di un cavalletto: un fortunale la ribaltò distruggendola.
Un altro comune ha nei magazzini un'altra ceramica di 5 metri che illustra la nascita del paese: fu pagata (rimborso delle spese) ma da 8 anni è ancora nei magazzini.
Non ho più voce né parole.
Ora finalmente ci sono Enti addetti al rilancio dell'Isola anche con un apporto culturale; ho invitato due fondazioni per la promozione turistica a visitare il Centro Museo, come polmone della cultura elbana, ma non si sono degnate di venire nemmeno a vederlo e non hanno mai risposto alle mie lettere.
E' d'uso, inoltre, per gli amministratori pubblici non rispondere alle lettere e far... sospirare gli appuntamenti...
Ancora un fatto dei mille che ci sarebbero da raccontare: feci dare la cittadinanza onoraria a Mario Luzi da un Sindaco per celebrarlo.
Il Sindaco mi mandò dall'Assessore alla Cultura ma questi mi chiese chi fosse Mario Luzi...
Ma! con tanto rispetto per il suo lavoro.
Insomma, ognuno di questi personaggi è costantemente alla ricerca di un piedistallo e una volta salitoci assume un atteggiamento di potere anche sulla cultura e poi comincia la stupidità che è proporzionale alla loro statura. Certo ci sono stupidi più o meno cattivi, più o meno pericolosi, come sempre sono quelli più sicuri di sé. Beati loro!
C'è un Sindaco che ha bisogno di 5 piedistalli, ma credo che se ne meriti solo due.
Insomma l'Elba mi è parsa alla deriva e senza alcuna identità.
Quando mi capita che qualcuno in Continente mi prospetta la possibilità di un evento per l'Isola a chi mi dovrei rivolgere?
L'Elba ha una ricchezza infinita di bellezze e monumenti d'arte. Oggi che cosa possiamo lasciarle in eredità?
Io nel mio piccolo, malgrado tutto, lascio 60 monumenti, 2 musei e una storia culturale durata 50 anni.
Io vivo bene al mio paese, in solitudine e in tristezza, peccato che all'Elba siano difficili i rapporti umani. Quei “personaggi” spesso mi sorridono o mi criticano ma, se sei pittore, devi continuare la tua difficile strada con sopportazione. Malgrado tutto, se rinascessi un'altra volta, per la mia isola, per la cultura e per l'arte rifarei ogni cosa.
Certo quando mi dipartirò dalla vita non mi dispiacerà lasciare “quei personaggi” , mi dispiacerà lasciare quest' Isola che, come creatura innocente, aspetta ancora non un padrone ma un vero padre.
Italo Bolano
Nelle foto:
- La casetta dove, nel 1964, l'Art Center iniziò le prime esposizioni
- Una serata culturale
- Italo Bolano