Piccole macchie scure adagiate sopra un letto bianco, come di opaco cristallo. Lungo l’esclusiva spiaggia di Cala Maestra, sull’isola di Montecristo, gli occhi fortunati si possono concentrare su piccole scorie di ferro che poco hanno a che fare con la natura geologica dell’isola, composta da un’unica massa di durissima granodiorite. Queste minuscole masse grigie e bucherellate rappresentano il materiale di scarto di antiche fornaci utilizzate per la riduzione del ferro. Ma laggiù, in quella piccola isola sperduta nel mare di cobalto, chi e perché doveva dedicarsi a quest’attività? Ciò che appare sicuro è la provenienza del minerale ferroso di ematite: i giacimenti dell’Elba orientale. Resta però da stabilire la datazione di questi «schiùmoli» montecristini. Età classica? Età altomedievale, ovvero contemporanea alla presenza dell’anacoreta Mamiliano, cui appartengono i recenti ritrovamenti (2012) avvenuti nella vicina Cala di Santa Maria? In attesa di verifiche, riportiamo quanto scrisse il geologo Giuseppe Giuli riferendosi alla spiaggia di Cala Maestra, a seguito di una visita sull’isola nel lontano 1833: «Alla distanza d’un terzo di miglio dal lido del mare in questa stessa valle vi sono dei cumuli di scorie di ferro, e siccome non si trova nell’isola la miniera di questo metallo, è da credersi che in altri tempi fosse portata dall’Elba per ridurla allo stato metallico.»
Silvestre Ferruzzi