È giunto alla sua conclusione a Marina di Campo il restauro della statua di bronzo, detta della Vittoria alata, che sormonta il Monumento ai Caduti di tutte le guerre, proprio nella piazza della Vittoria. Nell’anno in cui ricorre il centenario della Prima guerra mondiale – una carneficina immane che insanguinò tutta l’Europa, gettando nel lutto milioni di famiglie – l’Amministrazione comunale presieduta da Lorenzo Lambardi – che tra l’altro ha studiato personalmente le vicende storiche con cui i suoi predecessori decisero, nell’agosto del 1924, di innalzare il monumento – ha così inteso onorare il ricordo dei caduti campesi. L’occasione immediata di riportare alle originarie condizioni la statua raffigurante simbolicamente la vittoria (ma la palma stretta nella mano sinistra evoca il martirio di tanti giovani di tutte le nazionalità), si è pertanto intrecciata con l’obiettivo di ricomporre, specie tra le giovani generazioni, la memoria di avvenimenti che, per quanto tragici, hanno contribuito a costruire l’identità collettiva di una comunità, locale e nazionale. Per raggiungere anche questo obiettivo, si è così pensato di utilizzare l’occasione del cantiere aperto intorno al monumento dalla restauratrice Monica Chiessi di Portoferraio per svolgere una parallela attività didattica con le ultime classi della Scuola Media “G. Giusti” di Marina di Campo, chiamate con i loro insegnanti ad assistere al lavoro, a coglierne gli aspetti artistici, simbolici e tecnici e a soddisfare curiosità di vario genere. Né si è tralasciato – con il contributo della storica e archivista Gloria Peria – di rimarcare l’importanza non solo simbolica dell’opera, visto che sulla sua ala sinistra la Vittoria mostra i due fori (di entrata e uscita) di un proiettile sparato nella drammatica giornata del 17 giugno 1944, durante lo sbarco delle truppe alleate e gli scontri con gli occupanti tedeschi. Fori che ovviamente si è deciso di conservare ben visibili e di non occultare nel corso del restauro, visto il loro carattere di autentici documenti storici da consegnare alle generazioni successive.
Alla fine dell’intervento il direttore del restauro Amedeo Mercurio (storico dell’arte della Soprintendenza alle Belle Arti e al Paesaggio di Pisa-Livorno), si è detto soddisfatto dei risultati, positivi soprattutto perché si è riusciti a ripristinare l’originaria patina “bronzea” della statua, persa nel tempo, oltre che a creare un adeguato e più duraturo rivestimento di sostanze in grado di proteggere dall’azione delle correnti salmastre provenienti dal vicinissimo mare.
Soprintendenza Belle Arti e Paesaggio per le province di Pisa e Livorno