Domani, sabato 25 Luglio a Rio Marina in Via Magenta, alle ore 18.45 si inaugura "Frammenti di memoria", mostra fotografica di Emilio Canovaro. La mostra ad ingresso libero, promossa da Associazione Culturale Carlo d'Ego-Riesità con il Patrocinio del Comune di Rio Marina, sarà visibile per una settimana come installazione nelle stessa Via dalle ore 18,30 alle 22.00.
Emilio Canovaro nasce a Rio Elba nel 1941. Si interessa di fotografia da quando aveva poco più di vent’anni. Ha svolto la sua attività lavorativa alle Dalmine di Piombino, dove sarà fra i fondatori del primo circolo fotografico che proprio la grande fabbrica metterà fin dal 1970 a disposizione dei fotoamatori. E’ collezionista di macchine fotografiche e da ripresa, ed ha partecipato a numerose mostre e concorsi, ricevendo importanti segnalazioni.
"Contemplare le delicate atmosfere che il fotografo Emilio Canovaro imprime nelle sue foto, fatte di ritratti, scene di vita, animali, paesaggi, è un po’ come riconciliarsi con un passato che abbiamo dimenticato e sicuramente modificato,- scrive Umberto Canovaro, curatore della mostra- ma che ricordiamo sempre con tanta nostalgia perché fatto di cose semplici, genuine, sinceramente non contraffatte né mediate da artificiosità tecnica.
E’ soprattutto quest’ultima caratteristica che pervade le sue opere, perché il fotografo riporta le immagini “al naturale”, senza filtri o trucchi del mestiere che esulino dalla sua mediazione intellettuale e dalla sua ottica visuale; lo dimostra il rigoroso uso del bianco e nero, tipico dei grandi maestri di questa disciplina, che nei motivi di Canovaro non è sfiziosa ricerca dell’effetto scenico – teatrale, bensì sintomo di quell’essenzialità che contraddistingue la personalità dell’autore. Emilio non va alla ricerca del cogliere l’attimo”, tipo Robert Capa - come potremo osservare - ma tende invece a colpire l’anima del visitatore con la profondità dei piani e degli sfondi o con i particolari dei volti ritratti, offrendo un’ impressione più di serenità che di drammaticità.
Godiamoci dunque la visione di questa mostra anche con l’occhio più critico, predisponiamoci pure ad osservare anche i particolari meno eclatanti: sicuramente, al termine del percorso, non potremo non rammaricarci del fatto che esso è stato troppo breve, benché sicuramente intenso dal punto di vista emozionale, e che la favola che ci è stata raccontata, non appartiene più a questo mondo moderno e sincopato".