Vengo ora da Sesto Fiorentino e precisamente dal cimitero dove riposa “Marcello”, così chiamato, ovvero Aldo Guasti, amico di tanti e in particolare di molti elbani.
Sempre pronto ad aiutare tutti, malgrado la vita gli sia stata avversa ed abbia avuto una famiglia e tre figli che lui adorava.
Assiduo ceramista, mi cosse la mia prima ceramica monumentale. Da allora non ci siamo più persi di vista anzi, chiusa la sua fabbrica, l'ospitai durante l'estate per oltre 30 anni al Museo Open Air.
Il bene che ho voluto a lui e alla sua ceramica mi suggerì di ricordarlo con un grande pannello di ceramica sulla sua tomba, che ora spicca con i suoi colori tra le molte lapidi grigie.
Altro ricordo di tomba lo feci per due persone di Portoferraio morte improvvisamente.
Costruii le due figure con un angelo che se le prendeva in cielo.
Per la morte dei miei genitori regalai un Cristo in ceramica al cimitero di Livorno.
Poi morì a Prato un giovane fisico che studiava l'Universo, fratello di una mia amica: sulla sua tomba costruii un cielo ricco di stelle che vibravano grazie all'inclusione di sassolini provenienti dalle spiagge elbane che procuravano una speciale vibrazione nello scuro dell'Universo. La tomba si trova nel cimitero della Misericordia a Prato.
Ho celebrato anche morti illustri, come il Maestro Pietri e Pietro Gori, Napoleone, Cosimo Primo, Mario Luzi con un monumento nel Museo di San Martino, Salvo d'Acquisto e altri...
E ora a chi tocca? Faccio le corna, come si suol dire...
Certo che da un momento all'altro qualcuno mi chiamerà, se mi ci troverà...
L'importante è lavorare molto, o per i vivi o per i morti. A Firenze si dice: “La morte c'ha da trovà vivi”!
Italo Bolano