Mercoledì 22 agosto, nella piazza anfiteatro La Vantina, alle ore 22, Angela Galli presenta un volume d’arte edito dalla neonata casa editrice Persephone edizioni, da lei diretta. Si tratta di “Letto Imperiale”, lavoro firmato da Andrea Lunghi, fotografo d’arte, editor e grafic designer di Rio nell’Elba, uno degli animatori degli eventi artistici che si svolgono negli ultimi anni presso l’Eremo di Santa Caterina.
In questo lavoro, nato dal sodalizio artistico con Angela Galli, Lunghi si cimenta con la produzione editoriale di un proprio progetto fotografico, realizzato nel 2009 in occasione di alcuni appuntamenti napoleonici sull’isola, riproposto ora in una veste di libro e al tempo stesso oggetto d’arte molto curato, a tiratura limitata.
Di seguito una nota illustrativa del progetto firmata dallo stesso Andrea Lunghi.
Andrea Lunghi
Letto Imperiale: Eremo 1814
Persephone Edizioni | Oggetti d’Arte 2012
L’idea di realizzare una scatola artigianale trae ispirazione dal libro di Roland Barthes “L'impero dei segni - Einaudi 1984”. In questo libro sono raccolte le notazioni di viaggio e le perlustrazioni di un grande semiologo nel paese della scrittura, il Giappone. Sono rimasto colpito da alcuni passaggi, in particolar modo dalle descrizioni minuziose dove viene raccontata la cura e la perizia nella preparazione delle scatole che dovranno contenere dei piccoli presenti o pensieri da donare.
Dunque l’idea grafica parte da questo input, creare un oggetto d’arte prezioso realizzato con materiali semplici ed ecosostenibili.
L’involucro, la scatola, è costituito da un cartone compattato ad alto spessore 1,5 mm grigio/grigio. Questo cartone è il risultato della compattazione di elementi di carta riciclata.
Internamente 12 schede anch’esse costituite da cartoncino riciclato sbiancato e satinato opaco 320 gr. La prima scheda contiene la descrizione del progetto fotografico “Letto Imperiale: Eremo 1814” scritto in italiano e in inglese, nell’altra facciata una breve descrizione tecnica in inglese e, nella parte centrale, il numero della copia e la firma dell’autore.
Le rimanenti 11 schede costituiscono la raccolta delle riproduzioni fotografiche facenti parte della serie fotografica “Letto Imperiale: Eremo 1814. Ogni scheda fotografica a in facciata principale una fotografia di formato 10x15 cm nella parte alta, nella parte in basso si legge il nome della foto che, a tutti gli effetti, è l’orario di scatto della fotografia stessa. Nella facciata retrostante le informazioni tecniche di stampa e il formato della fotografia originale.
Le schede sono a sua volta contenute all’interno di una piccola stola di cotone grezzo color paglierino, fermato da un sottile cordone nero in seta. Il cordone è cucito a mano sulla stola di cotone grezzo.
Al cordoncino di seta è applicato un cartellino con il codice di riconoscimento della tiratura della scatola; ogni cartellino è stato scritto a mano dall’autore stesso.
L’dea di raccogliere le schede all’interno una stola di cotone trae ispirazione dagli archivi storici laotiani. L’usanza antica, ed ancora attuale, per la conservazione dei manoscritti buddisti laotiani vede l’utilizzo di cotone o lino per la protezione dei manoscritti storici. Per una archiviazione sistematica viene applicato a queste fustelle un cartellino esterno riportante le specifiche del documento conservato, questo, per garantire l’immediato riconoscimento del documento stesso.
Questa usanza è rintracciabile anche in occidente, in epoche passate tra la metà dell’ottocento e i primi del novecento era sovente conservare le fotografie dentro delle piccole sacche di cotone cucite a mano. Una maniera “povera”, alternativa alla raccolta in album fotografici, per la conservazione delle immagini.
Tutti questi elementi sopra descritti trovano applicazione in questo oggetto d’arte. L’aver descritto per immagini la notte insonne di Napoleone Bonaparte all’Eremo di Santa Caterina ha tracciato un solco netto anche per la realizzazione di un oggetto da collezione che potesse avere richiami ed echi di epoche passate. La volontà precisa di create un oggetto “povero” e prezioso allo stesso tempo è stato il punto fermo dell’ideazione grafica. La scatola ha una tiratura limitata ad 89 copie numerate con cifre arabe scritte e firmate dallo stesso autore e 11 copie numerate con cifre romane anch’esse firmate e numerate dall’autore.
Il concetto di eco-sostenibilità trova ulteriore applicazione anche nella fermatura della scatola di cartone ricompattato. Anziché utilizzare prodotti chimici come la colla, si è preferito utilizzare il metodo della spillatura manuale. Questo oggetto d’arte dunque vuole sposare completamente la filosofia del “precario” dove ogni cosa è destinata a deteriorarsi per il naturale processo d’invecchiamento.