GRANDUCATO DI TOSCANA ASBURGO LORENA (1737-1801/1815-1860)
Biagio Sbarra, possidente una casa in via "La Porta di terra" a Portoferraio, sul finire dell'anno 1815, supplica le autorità competenti per ottenere la grazia di poter ampliare la sua casa che si trova vicino alle mura castellane. Avendo ricevuto diniego si rivolge con supplica direttamente al Sua Altezza Imperiale e Reale, il granduca di Toscana
La "Sovrana Risoluzione" è che la supplica viene non accettata: è "rescritta agli ordini".
Biagio Sbarra non demorde.
Ne produce un'altra diretta ancora al Granduca e sempre in carta bollata (bollo da lire 7.13.4)in data 16
giugno 1816.
"Altezza Imperiale e Reale
Biagio Sbarra di Portoferraio, Umilissimo Servo e Suddito dell'A,V.I. e R. rispettosamente rappresenta; che fin dal memorabile episodio di questa Città del 1801 li fu atterrata una Casa dal fuoco del Campo Nemico situata nella Strada di Porta di Terra e corrispondente per la parte di dietro ( ) delle Mura.(1)
L'Oratore dopi il suddetto assedio fece riparare in parte la medesima Casa,ma non come lo meritava atteso le sue critiche circostanze. Nel mese di febbraio prossimo passato si accinse a far riattare la ridetta Casa nello stato primiero e ciò con ordine del Sig. Ingegnere Giovanni Pacini ma con estremo dispiacere dopo aver postato il travaglio a buon posto, il comando della Piazza li ha fatto smettere il travaglio con diversi pretesti e fra gli altri con quello che appoggia le sue ( ) alle mura Castellane,cosa che non sussiste, appoggiandola alle mura del Casamento del Mellini di una maggiore elevatezza della sua,come ha avuto luogo di far osservare a questo Sig. Governatore Strasoldo e che ne è rimasto persuaso.
Il supplicante intanto avendo già fatto una spesa enorme e non avendo dove ricoverarsi con la sua famiglia prostrato al Regio Trono,Supplica l'innata bontà e Clemenza dell'A.V.I.e R. a volersi degnare di ordinare che possa tirare al suo termine la suddetta Casa altrimenti sarebbe rovinato per sempre
Chiede la grazia
Portoferraio LI 16 Giugno 1816"
(Affari generali del commissario straordinario dell'isola d'Elba dal 1°settembre 1815 al 16 marzo 1816.Filza 3.Carta 517.ASCP)
Tale Supplica non viene accettata.
Ritorna indietro da Firenze giungendo nelle mani del governatore dell'Elba, Strasoldo.
Costui allora chiede il parere dell'ingegnere delle Regie Fabbriche, Pacini
Il Pacini così scrive a Strasoldo il 26 luglio 1816:
"Eccellenza
Esaminato quanto riteneva opportuno in ordine al rialzamento della Fabbrica di Biagio Sbarra, sono in dovere di rappresentare alla E.V. di non aver ravvisato alcuna difficoltà per cui debba inibirsi al suddetto di proseguire l'incominciato Lavoro.
Se la contigua Fabbrica del Sig. Mellini non avverà verun danno alla Fortificazione, nè pure il dimandato rialzamento, può esserle pregiudicevole.
Questo è il mio ingenuo parere che sottopongo al di Lei alto discernimento, nell'atto stesso che con ogni considerazione passo pieno d'ossequio all'onor di segnarmi.
Dell'Eccellenza Vostra
Portoferraio dallo Scrittoio dell'II e RR. Fabbriche lì 26 luglio 1816.
Um.mo Dev.mo ed Obbl.mo Servidore
Giovanni Pacini"
(Idem come sopra)
Il carteggio finisce qui.
Non sappiamo come sia andata a finire la vicenda e cioè se a Biagio Sbarra sia stato concesso o impedito di costruire vicino alle Mura Castellane, come voluto dall'autorità militare per la quale tale costruzione pregiudica "alla sicurezza delle fortificazioni medesime debilitandone la difesa".
Una cosa è certa: sulle Mura Castellane di Portoferraio si è costruito,come oggi possiamo vedere.
Forse, perché è caduto il divieto di costruirvi da parte delle autorità militari in seguito al venir meno dello scòpo difensivo delle mura?
Marcello Camici
ASCP.Archivio storico comune Portoferraio
1) Il "Campo Nemico" sono le truppe francesi che misero sotto assedio Portoferraio bombardandola