Direttori Carissimo, Catarella sono, e raccontare voio Tia le vere origini dell' Elba. Como tutte le grandi storie, nel mito si perde ed allora arriva Giasone con gli Aggonauti, ma iddo sbarcare non ebbe a le Ghiaie, como tanti meschini pensano, ma a Rio, picchè sporcare non volevano le ghiaie bianche, meio erano le coste rugginose de la Piaggia.
Poi anche le navi fenicie- e non fenice como attri meschini, asini epocali, con orrore scritto hanno facendo venire incontenibili conati - arrivarono all' Elba. Ma la vera grande storia arrivò con gli Etrucchi e il rampollo di una grande famiglia gentilizia - i Marcinchi-, quasi un Lucumone era, alla Marina arrivò, e quando morte lo colse nel monte sopra idda il suo pertuso sepolcrale volle.
Da allora quel monte Marciana si appellò. Ma prima di morire il grande quasi-Lucumone andare volle a Pietra Murata e, per un vezzo tanto diffuso quanto poco corretto, preso martello e scarpello il suo volto e il profilo di Pianosa, sul granito incidere volle. Un grande epocale e innovativo studio antropoarcheobiometrico sul Dna degli ebbani stato fatto è. Scoperta una pirsona chiamata Catone che abita al Cotone con Dna puro etrucco, come anticipato da un grande luminare dell'Ottocento.
Da Marciana gli Etrucchi presero la via del ferro e passando dalle terre paludose di Iuk ( oggi Lucca), abitate da barbari celti-liguri, arrivarono alle paludi di Camars (oggi Prato), dove nato era il grande Lucumone Porsenna. In effetti iddo non abitava più li, ma si era trasferito nelle paludi della Chiana dove aveva fondato la potente lucumonia di Clevsi (oggi Chiusi). E fu così che gli Etrucchi elbani, presero la via dell'Arno e giunsero nel Casentino dove fondarono Marcena, proseguirono poi per la Chiana e fondarono Marciano. Una breve sosta a Clevsi, giusto per salutare Porsenna ed avere una lettera di presentazioni per Tarquinio il Superbo, per proseguire poi per Roma e giù giù fino alle meravigliose coste campane dove fondarono Marcina (oggi Vietri, in accordo con le comunicazioni proferite un recente Congresso Nazionale ).
Poi gli Etrucchi assobbiti furono dai Romani e anche il grande Ovidio all' Elba arrivò. Ma per rigore scientifico, dicere devo che quetta è una vulgata, picchè tutte dissero che nelle fonti scritto è " Aethalis Ilva", ma in verità non si parla di Elba bensì di " Italis ora" oppure di " Aletium" un paesello di Adria. Ma devo anche dicere che poco della quittione capito ho. Comunque che il grande poeta vinuto o non vinuto all'Elba che sia, una quittione marginale è, rippetto alla ecocale eresia- più o meno grave come quella di quei quattro meschini di Fenici che nei tempi antichi erano arrivati all'Elba- che riguadda la augusta punizione di Ovidio. Tutti sapere devono che il meschino " relegato" nel Ponto e non " esiliato" come tanti ditto hanno da duemila anni, e in patticolare nel 1996, 1997, 2001, 2014 e 2015. Poco impotta che la " relegatio" di Ovidio nel Ponto durò tutta la vita- nonostante le ripetute domande di grazia- così che nei fatti divenne un vero e proprio " exilium".
Ma anche i Romani passarono e giunsero i secoli bui del primo Medioevo. Il cristianesimo si diffuse in Europa, trovando nella chiesetta di Santa Maria delle Piane al Canale ( conosciuta da sempre, ma scoperta per vezzo pochi anni fa), vicina a Pietra Murata, un grande pesce inciso nel granito (minchia ma è la zona che ispira i graffittari) in grado di rivoluzionare le conoscenze che abbiamo sulla penetrazione del cristianesimo nel continente europeo.
Capicco che quacche dettaglio di quetta storia necessita di quacchè prova, ma appettiamo fiduciosi un nuovo congresso, quetta volta magari internazionale e patrocinato dall'Unecco di Iuk, anchè se devo dire che se ne sono perse le tracce. Comunque sia di fronte ai tanti guai del Mondo, quette sono pinzillacchere giusto per un sorriso, e colgo quetta occasione per augurare a Tia ed a Tutti, ma proprio Tutti, Buon Natale nella speranza di un Nuovo Anno di Pace e Serenità.
Catarella