Nell'augurare la migliore fortuna alla nuova serie de "ll Corriere Elbano" vorrei fornire questo contributo per ricostruirne la memoria storica.
Fondato nel 1948 da mio nonno, Mario Bitossi, "ll Corriere Elbano" raccolse l'eredità di portavoce di problemi, aspettative e propaganda dell'Elba, de "Il Popolano" . Questa testata fondata e diretto da Sandro Foresi, a cui mio nonno collaborò, cessò le pubblicazioni nel corso dell'ultimo conflitto. Ne è memoria la foto della redazione nella Soffitta di via Bechi che ritrae Sandro Foresi, suo nipote Leonida Foresi e Mario Bitossi.
"Il Corriere Elbano" accompagnò l'isola negli anni della rinascita del dopoguerra. Fu lo strumento per mantenere i contatti della comunità elbana sparsa nei vari continenti: Europa, Australia e Americhe
Mario Bitossi morì nel 1969 e Leonida Foresi ne scrisse il necrologio, pubblicato il 2 ottobre, da cui ho estratto alcuni brani.
"Laureato in chimica e con un ottimo impiego allo Stabilimento Ilva di Portoferraio, piuttosto che adattarsi ai desideri dei padroni, i quali chiedevano da lui un articolo in favore dei Dirigenti il Complesso siderurgico, scrisse letteralmente il contrario e per non rimanere ancora agli ordini di chi aveva tentato di violare la sua coscienza di elbano e di uomo libero, preferì licenziarsi e iniziare, senza una mèta sicura, la carriera di giornalista.
Trasferitosi a Pisa, dapprima fu collaboratore di giornali e riviste, poi assunse la direzione della redazione de "Il Telegrafo". Pisa era una città che amava (...) ma l'Elba era ancora nel suo cuore e non mancava occasione o collaborando col gruppo capeggiato da Sandro Foresi, o scrivendo sui giornali e riviste, di esaltarne la storia e la bellezza. E perciò quando finita la guerra si ritirò all'Elba (...). In un primo momento si occupò del giornale dell'Associazione Progresso Elbano, poi il 1° gennaio del 1948, fondò "Il Corriere Elbano", assumendone la direzione.
Mi sembra superfluo soffermarmi sulla sua attività pubblicistica durante i quindici anche ha tenuto la direzione del giornale in quanto i nostri lettori hanno sempre seguito con interesse i suoi articoli. Basterà ricordare la coraggiosa posizione da lui assunta in difesa dello Stabilimento Ilva di Portoferraio e la generosa campagna con cui lui e Beppino Cacciò iniziarono le fondamenta del turismo elbano.
Quando alcuni anni fa fu costretto a lasciare l'incarico di direttore del "Corriere" e l'attività giornalistica, il dolore per lui fu pari a quello della sua improvvisa e grave malattia."
Ogni mattina da via Elbano Gasperi, dove abitava, nonno Mario scendeva in Piazza (Cavour di Portoferraio) all'edicola di De Pasquali per comprare i giornali. Andava a leggerli seduto a quel tavolino del Bar Roma dove si controlla la Biscotteria e la Porta. All'arrivo del Piroscafo si spostava con gli altri avventori ad un tavolino in Calata per vedere arrivi e partenze. Erano quelli i posti di lavoro per raccogliere le notizie che avrebbe pubblicato. Finita la raccolta andava in Tipografia da Leonida in via Bechi (Tipografia Popolare di Leonida Foresi sotto la Soffitta) per scrivere i pezzi. I tipografi componevano un carattere per volta gli articoli sulle colonne del cliché, stampavano il giornale e per poi ordinatamente smontavano i caratteri. Da bimbo curioso, sempre accolto dal sorriso benevolo di Leonida e dall'odore dell'inchiostro, seguivo il lavoro dei tipografi e ho imparato come loro a leggere e scrivere al contrario.
La Tipografia aveva un telefono; per parlare con nonno Mario da Roma si chiedeva al centralino della TETI (incorporata nella SIP, poi Telecom) una interrurbana per il 90 di Portoferraio; poi venne la teleselezione...
Così andò avanti tutti i giorni fino al 1963 quando malato lasciò la testata che da quel momento uscì con fondatore Mario Bitossi, direttore Alfonso Preziosi , condirettore responsabile Leonida Foresi e redattore capo Fortunato Colella,
Ringraziando per l'ospitalità di questo ricordo familiare auguro che il Corriere Elbano possa continuare a perseguire gli obiettivi fissati nel primo numero del gennaio 1948: "Noi desideriamo soltanto di servire l'Isola nostra esercitando un'azione propulsiva e di collaborazione con le forze politiche, amministrative, culturali e spirituali che quell'avvenire vogliono assicurare molto migliore del presente: programma onesto e da uomini onesti e senza pregiudizi, che merita di essere apprezzato e sorretto da quanti desiderano di vedere rifiorire nel lavoro la nostra terra e il popolo laborioso che essa ospita."
Paolo Gasparri