In una lontana mattina di più di due secoli fa, la costa occidentale dell’Elba fu presa d’assalto da una delle più tardive aggressioni tunisine avvenute nell’Arcipelago.
Il fatto, datato al 14 giugno 1768, fu descritto dalla «Gazzetta di Toscana» in modo semplice ma esaustivo:
«La mattina dì 14 corrente avendo tre legni tunisini fatto uno sbarco improvviso allo scalo nominato Pomonte distante dalla Terra di Marciana per la parte di ponente miglia 6 in circa, ove si trovava un certo numero di mietitori, alcuni di questi restarono schiavi, e gli altri si salvarono colla fuga: per la qual cosa giunto l’avviso al sig. sargente maggiore Apollonio Paolini governatore di Marciana, fu di suo ordine spedito prontamente uno stuolo di giovani armati, affinché impedissero ai barbareschi il proseguire le loro scorrerie; ed infatti i medesimi con molta sollecitudine essendo passati a traverso alcune montagne poterono scoprire i corsari (precisamente nella cala di Capo Alofeno, poche braccia discosti dalla riva) e far fuoco addosso di loro a segno che essi presero il partito di discostarsi dall’isola, e al quanto maltrattati dalle fucilate si posero alla vela verso il Canale di Corsica.»
Silvestre Ferruzzi