Appaiono d’improvviso come un fulmine colorato di verde e azzurro. I «Tre Laghi» sono uno dei panorami più indimenticabili dell’Elba, anche se oggi assediati da una foltissima vegetazione che ne impedisce una chiara lettura. Si tratta di una superba quinta prospettica, con tre specchi di mare in successione divisi da promontori che si rincorrono verdeggianti: i golfi della Biodola e del Viticcio insieme, laggiù, al profondo canale di Piombino. Visibili dalla strada provinciale in località Lamaia, presso una storica piazzola del Colle Pecorino, i «Tre Laghi» sono così chiamati almeno dal 1941. La loro prima descrizione compare infatti nel gradevole volume «Itinerari elbani» di Sandro Foresi: «Ad un tratto, l’autista si ferma di botto a Colle Pecorino. Il nostro autista è un poeta. (…) Che magnificenza! Di qui si vedono i Tre Laghi, il quarto lo vedremo facendo qualche passo ancora. Lago Enfola, la piscina dei tonni; lago del Viticcio, dove sta in agguato il pescecane; lago dello Scaglieri nel quale si annidano i dentici dall’oro punteggiato di lapislazuli: lago di Procchio dalla spiaggia lucente di rena, quarzosa, fine come il talco.» Poi, a partire dal 1948, questo panorama viene scoperto dal turismo e compare in due prime cartoline postali della ditta torinese Fotocelere.
Silvestre Ferruzzi