Tutti i salmi di Zecchini finiscono in Cambi
In un suo recentissimo scritto, lo Zecchini si occupa di un viaggio a Pianosa dell'imperatore Augusto, ormai vecchio e malato, per visitare il nipote, che proprio Augusto stesso aveva spedito in quell'isola.
Al viaggio a Pianosa accennano alcuni scrittori antichi, ma gli storici del nostro tempo non sembrano attribuire credibilità a queste voci.
Zecchini si sofferma su molti particolari delle trame e delle contese familiari che accompagnarono gli ultimi anni del regno di Augusto.
il materialismo storico
Ma confesso che le vicende del passaggio del potere da Augusto a Tiberio mi hanno annoiato.
Ahimè, fin dalla gioventù ho aderito al "materialismo storico", che ─ secondo la sorprendente cultura di Zecchini ─ mi ha spalancato per l'eternità le porte dell'inferno.
Zecchini mi definisce infatti "sagrestan−materialista", rinfacciandomi le mie contraddizioni dottrinarie.
In realtà la sua è una concezione molto più severa di quella del Sant'Uffizio del 1949, il quale ─ sotto il profilo strettamente teorico ─ aveva assunto una decisione ineccepibile, perché tautologicamente definiva scomunicati gli "atei" ossia i sostenitori del materialismo dialettico. Però è meglio affrettarci a cambiare argomento, perché temo che Zecchini non riesca a seguire, neanche con l'aiuto di Ciumei.
Però il guaio più grosso è che quell' «errore» giovanile mi spinge a leggere la storia come sviluppo dei rapporti di produzione e come conflitti fra classi sociali.
Di conseguenza, non ho mai provato interesse a spettegolezzare su alcove, veleni e pugnali, di cui è così zeppa l'histoire événementielle.
E questa mia lettura della storia mi era stata suggerita dal mio amico Uberto Lupi (nei confronti del quale, seppur tardivamente, Zecchini ha tentato di attenuare la pesante demolizione culturale e morale quando il Grande Luminare condannava sbrigativamente il fornice senza sapere quali ne fossero gli autori).
E così, passando da una tresca a una pugnalata tra i parenti di casa Giulia, Zecchini conclude finalmente la sua "bella lezione sulla relegatio di Agrippa Postumo a Pianosa", per usare le parole della lusinghiera presentazione redazionale dell'articoletto.
Per la verità si avrebbe quasi l'impressione (sicuramente errata) che quella presentazione fosse scritta proprio dalla mano dello stesso Zecchini, che è l'unico essere umano al mondo, a cui oggi tanto preme di parlare di "relegatio" (e l'unico che può aver avuto l'idea di ringraziare per la "bella lezione").
lo scopo autentico della discorsessa
Le conclusioni dello Zecchini sono due. La prima è che il viaggio di Augusto a Pianosa ─ a cui nessuno ha mai creduto e di cui nessuno si è mai interessato ─ non è avvenuto.
E amen.
Ma c'è la seconda conclusione: questa, sì, veramente importante, perché è lo scopo segreto di tutta la "discorsessa".
Ecco l'autentico messaggio zecchiniano: il viaggio di Augusto a Pianosa è una bufala. Ne parlano alcuni storici antichi, ma la notizia "è da inserire, insieme con l’ipotesi di Ovidio e Valerio Messalla all’Elba, nell’ambito delle congetture alquanto evanescenti".
Nelle sacrestie che ho frequentato si dice che tutti i salmi finiscono in "gloria".
E, di questi tempi, tutti i salmi dello Zecchini finiscono in Cambi.
Appare angosciosa l'attenzione con cui Zecchini polemizza contro i risultati degli scavi archeologici di San Giovanni, diretti dal prof. Franco Cambi dell'Università di Siena.
Una breve digressione: se Pietro Lupi legge questo mio articoletto, sappia che Franco Cambi è un elbano che insegna veramente nell'Università di Siena: e il suo non è uno di quei titoli accademici fasulli che vengono fatti girare di bocca in bocca a Marciana Marina, non si sa bene da chi (ma io e lui ci siamo capiti).
Zecchini non si rassegna a constatare che per gli scavi di San Giovanni c'è stato un enorme interesse nell'opinione pubblica elbana, con il coinvolgimento diretto di molte centinaia di studenti. E cerca ossessivamente di sminuirne il valore, di mettere in guardia gli Elbani contro il pericolo incombente.
Attenti, Elbani. Attenti. Cambi è una pericolosa sirena. Non fatevi incantare da lui. La Cultura con la C maiuscola si trova nel libro in carta patinata dell'Archeologo con la A maiuscola.
Provate a leggerlo per credere.
Zecchini e Centauro vi racconteranno che è esistito re Marcinna,
che gli Elbani fondarono Vietri sul mare, perché Marcina rassomiglia a Marciana,
che dove ora esiste Marciana Marina, c'erano due porti e un grande emporio etrusco,
che Cotone è imparentato con Catone,
che a Capo Bianco c'era il leggendario Porto Argo di Giasone e &, con la nave che sapeva parlare (come dimostreranno i minisommergibili),
che nel paese di Marciana esiste una bellissima tomba etrusca con interessanti incisioni "secondo il costume etrusco"
e che tutte queste e molte altre congetture sono assolutamente sicure e non possono essere definite «alquanto evanescenti».
Gian Piero Berti