Finalmente arrivano a Portoferraio “Quei due”, ossia Massimo Dapporto e Tullio Solenghi. Bellissimo spettacolo che ha già registrato il tutto esaurito nella maggioranza dei teatri dove è già andato in scena nella prima parte della tournée ed ha ricevuto molti commenti positivi.
Il pubblico di Portoferraio non può perdersi "Quei due" perché, oltre al privilegio di avere in città due grandissimi artisti come Massimo Dapporto e Tullio Solenghi, avrà modo di divertirsi e riflettere sul testo che richiama eventi italiani attualissimi.
Quindi invito i cittadini a partecipare numerosi alla rappresentazione di "Quei due" del giorno 24 febbraio al Teatro dei Vigilanti di Portoferraio.
Recensione di Giorgio Ventricelli, pubblicata su www.teatro.it, il sito italiano più importante dedicato al teatro.
L'amore ai tempi del sottoscala
Prendi una tavolozza, mettici i colori e con un pennello inizia a usarli per dipingere una storia. Immaginiamo così la stesura di un racconto, dove lo scrittore/pittore con maestria mescola i colori/elementi per imprimere sul foglio/tela la sua storia.
Il pittore deve però scegliere i colori, come lo scrittore deve ambientare la sua storia: grigio/periferia di Londra; rosso/anni Sessanta; bianco/barberia. Scelta la tela/foglio, preso il pennello/penna, l'artista/scrittore inizia a dipingere/descrivere... un sottoscala, con due poltrone da barbiere, specchi illuminati da una corona di lampadine incandescenti, proprio come quelli dei camerini delle grandi star, una mobilia semplice ed essenziale che ricorda quanto gli spazi siano sì esigui, ma ben curati e armonici, che trasudano di riflesso l'essenziale umiltà dell'umana natura dei protagonisti. Dall'esterno, tenue la luce dell'illuminazione pubblica entra di soppiatto tra le maglie della vetrina.
Un sottoscala può essere lo specchio segreto di un mondo, che riflette dai bassifondi la libertà dell'essere umano, ingabbiato da vincoli e limiti non fisici, ma mentali. Due binari paralleli, Charlie e Harry, due visioni della vita comuni nella loro umana diversità, che raccontano vizi, virtù, sogni e stereotipi del sentimento omosessuale nella Londra degli anni Sessanta. Una città difficile per l'amore tra appartenenti allo stesso sesso, colpevolizzati moralmente, puniti fattivamente dalla legge.
Attuale, ironico, molto inglese. La messainscena è imperniata sull'estro metamorfico di Tullio Solenghi e sulla drammaticità munita da punte di ironia e signorile interpretazione di Massimo Dapporto, che vestono una nuova pelle, come se quella naturale fosse rimasta appesa all'appendiabiti in camerino.
La commedia potrebbe sembrare lenta, ma è invece ponderata nel suo spazio tempo; la comicità anglosassone è riflessiva, non cerca la pancia per affermare sé stessa; vuole comunicare attraverso una risata consapevole. Il genio italico di Solenghi e Dapporto regala una metaforfosi che, come le fibre di una corda, uniscono lo humor made in United Kingdom a quello made in Italy, più avvezzo alla mimica del corpo, al cambio repentino di timbrica e colore della voce, veloce nell'innescare la risata.
Su questa tela un grande drammaturgo come Charles Dyer ha dipinto un fermoimmagine dai confini definiti per dar voce a chi doveva sentirsi diverso, perché così definito dall'impianto sociale legittimo; l'omosessualità è argomento ostico per molti, di scontro per altri, di dialogo ai più; contestualizzarlo in un periodo storico in cui esprimere liberamente il proprio amore era vietato è stato, in tempi "sospetti", prova di lungimiranza.
Solenghi e Dapporto sono una coppia incredibile, diversi per storia e carriera artistica, come incredibili sono Charlie e Harry, piccoli eroi borghesi in questo caso dalla verve più italiana che anglosassone, che collimano nel punto di rottura della visione di vita altrui, ma esprimono una naturale propensione all'indissolubile, anche quando tutto sembra perso.
Uno spettacolo ben curato nei dettagli scenici, nei costumi e nell'arrangiamento delle musiche. Il sottoscala è una dimensione, ristretta, drammatica e asfissiante di una realtà vera e tragica, vissuta per secoli da uomini e donne in uno dei paesi che, un tempo, erano tra i più conservatori in Europa.