Ho partecipato con piacere e grande interesse alla presentazione del libro di Hans Georg Berger, “Giardini dell’Eremo”, che si è svolta nella incantevole chiesetta di Santa Caterina.
Pregevoli gli interventi del prof. Fabio Garbari, botanico, già Prefectus dell’Orto dei Semplici di Pisa e presidente della Società Botanica italiana; e di Costanza Lunardi, scrittrice e giornalista di raffinata sensibilità culturale e ambientale. La presenza di un pubblico numeroso e qualificato ha fatto da corona ad una iniziativa a cui varrebbe la pena dare un seguito, con la pubblicazione, tra l’altro, delle relazioni introduttive, piene di contenuti e significati storici, scientifici e poetici di alto livello che sarebbe bene far conoscere ad una platea ancora più ampia di quella presente nell’occasione.
Quando Berger, e a seguire il prof. Garbari, hanno rappresentato la necessità di stimolare la frequentazione e la conoscenza dell’Eremo e dell’Orto dei Semplici soprattutto da parte delle nuove generazioni, ho avvertito istintivamente la necessità di intervenire per esprimere la mia opinione, Non l’ho fatto perché ormai era tardi e fuori il tempo non prometteva nulla di buono.
In poche parole avrei voluto dire che in fondo oggi le condizioni per un rilancio e la valorizzazione di questo luogo, così unico e suggestivo nel paesaggio naturale pur ricco della nostra isola, ci sono e ci sarebbero tutte. E ciò grazie all’opera di alcune persone in particolare, con le quali ho avuto la fortuna e il privilegio di collaborare durante la mia esperienza di sindaco di Rio e alle quali va gran parte del merito, per il loro impegno e la loro dedizione, se l’Eremo, dopo un lungo letargo, è rinato a nuova vita.
Mi riferisco al presidente e alla direttrice del Parco nazionale dell’Arcipelago Toscano, Giampiero Sammuri e Franca Zanichelli, che hanno contribuito in maniera decisiva a predisporre e ad approvare una apposita convenzione, attivando significativi finanziamenti e concordando con il Comune e la Provincia una seria regolamentazione per la gestione e la cura dell’Orto.
Di grande importanza è stato l’impegno e l’apporto scientifico del prof. Agostino Stefani, docente del Dipartimento di Botanica dell’Università Sant’Anna di Pisa che consentì a Comune di presentare un progetto alla Regione per la classificazione delle piante da frutto autoctone, ottenendo il primo premio e un congruo finanziamento con il quale è stato possibile realizzare diverse iniziative convegnistiche e la pubblicazione di un trattato di valore nazionale disponibile in tutte le librerie.
Un altro prezioso contributo alla conoscenza dell’Eremo lo si deve a Jorg e Johanna Duit che, con la collaborazione di Andrea Lunghi, hanno dato vita fin dal 2010 a “Intonazione”, una rassegna musicale di grande fascino e di alto profilo culturale, che ha visto la presenza di artisti di livello internazionale ed una crescente partecipazione di pubblico. Uno sforzo ed un impegno che sarebbe veramente un delitto vanificare.
Infine, ma non per ultimo, Roberto Ballini, un passato da ciclista professionista, vincitore di una tappa del Giro d’Italia ed un quarto a San Remo, poi diventato un apicoltore fra i più apprezzati in Toscana ed oggi appassionato e competente gestore dell’Orto, l’uomo capace di recitare poesie ai visitatori, ed in particolare ai bambini, sulle erbe e sulle piante da frutto che ogni giorno cura con rara attenzione e amore.
Del libro di Berger, una preziosa raccolta di scritti “che parlano direttamente di questi giardini”, mi limito a citare le parole con le quali l’autore conclude la presentazione dicendo che “scienza botanica e scrittura mostrano il ruolo centrale degli esseri vegetali. Narrando il luogo, la sua straordinaria bellezza naturale e la sua fragilità, il libro proietta nel grande contesto della storia e della biodiversità questo magico spazio”.
C’è da sperare che quanto è stato costruito non solo resti ma abbia ulteriori occasioni e possibilità di sviluppo.
Danilo Alessi