Giorgio Faggioni, artista capoliverese, è tornato in patria a 85 anni dopo aver vissuto in Australia per 67 anni. Lui ha una missione da compiere dopo aver realizzato un centinaio di quadri e una decina di statue, due sue opere sono al museo di Canberra, alla National Gallery of Australia: si tratta di due incisioni intitolate "On the Beach" e "The bricklyer", altri lavori sono all'università di Melbourne.
Ma adesso deve convincere i sindaci elbani a inaugurare quello che considera il simbolo dell'Elba: una statua bronzea, alta circa 1 metro e 80, chiamata “L'intrepido cavatore” che sta facendo trasportare all'Elba dal continente australe.
In gioventù, il capoliverese realizzò mostre a Portoferraio, a Livorno e altrove, vari i premi ottenuti dal Faggioni e favorevoli recensioni anche del critico d'arte Caprile. Ma tutto il suo da fare si è ora concentrato sulla statua di cui lui stesso ha fuso il materiale.
“Un lavoro che mi fu commissionato - narra l'anziano artista - nel 1996 dal sindaco Ruggero Barbetti, per la somma di 25 milioni di lire e a suo tempo ebbi un anticipo di 7 milioni. In un recente incontro in Comune ho preso accordi per cui, dopo inaugurazione della statua, avrò un compenso finale”. E Faggioni sta attivandosi per la collocazione della statua e incontra uno ad uno i primi cittadini isolani per raggiungere intese. L'artista ha pure realizzato una grande stampa, "Magia storica”, collocata all'ingresso del nuovo Comune di Capoliveri, la quale mostra un mix di tutti i monumenti dell'isola. "Potrei, nel frattempo,- dice - intervenire ovunque per restaurare i monumenti in bronzo, come ad esempio quello dedicato al Pietri o il monumento ai caduti, entrambi a Portoferraio, che sono colpiti da pesanti ossidazioni".
Lo scultore e pittore emigrò, con la sua famiglia, nel 1949 in Australia dove ha lavorato per 30 anni come congegnatore meccanico. In gioventù aveva frequentato la “Vittoria art society”, formandosi alla pittura ad acquerello, a tempera, ma anche ad olio e a pastello, usando in tal caso le dita al posto del pennello.
E' pure incisore e scultore del marmo, bronzo e per questa tecnica fonde da solo il materiale; ha fatto sculture anche in legno tra cui un nudo di donna creato con un olivo in Capoliveri. Ma è il cavatore l'opera della sua vita. "L'Elba deve la sua fama -conclude- soprattutto a chi ha dedicato la vita a tale duro lavoro, avviato dagli etruschi nelle miniere di ferro dove fondevano il minerale e prosegue oggi con le cave di granito. Un arco di tempo notevole e decine e decine di persone hanno perso la vita in questo difficile mestiere. Dobbiamo rendere omaggio ai cavatori di tutti i tempi".
Stefano Bramanti