L'ALBA DELL'UNITA' D'ITALIA ALL'ELBA (1859-1860)
Il 17 maggio 1859 arriva alla più alta carica pubblica dell'Elba,il governatore militare e civile, una lettera di
Cosimo Ridolfi,neo ministro della istruzione pubblica ,per far conoscere come intende l'insegnamento il nuovo governo della Toscana. Si rivolge al governatore per esporre quelle massime che saranno la sua guida "nell'alta direzione del pubblico insegnamento e che desidero sieno ben comprese e seguite da tutti i miei cooperatori".
Attuali ho trovato parole e concetti espressi da Cosimo Ridolfi.
"Illustrissimo Signore
Il Ministero della Pubblica Istruzione ,che mi è stato affidato,riuscirebbe per me un incarico troppo gravoso e tutte le sollecitudini per provvedere al pubblico insegnamento rimarrebbero senza frutto, se io non fossi coadiuvato dal concorde e premuroso consenso da coloro da cui dipendono immediatamente i dispensatori veri del pane dell'intelletto. Perciò a Lei mi rivolgo per esporre quelle massime che saranno la mia guida nell'alta direzione del pubblico insegnamento e che desidero siano ben comprese e seguite da tutti i miei cooperatori.
Negli anni che io stesso ho speso nell'insegnare sia nelle umili scuole del popolo, anni che io rammemoro con vanto e compiacenza, e di quelli che ai maestri presiedono, onde io possa sperare che essi tutti debbano aver fede nelle mie premure pel loro bene; e debbano insieme riguardare i provvedimenti che da me sian presi pel buon ordinamento e incremento della pubblica istruzione, come dettati non solo da considerazioni speculative ma ancora dall'osservazione e dall'esperienza.
Taccio volentieri dell'abbandono in cui per tanti anni è stata lasciata fra noi la pubblica istruzione in quei primi e secondi gradi, che sono la necessaria preparazione agli studi maggiori e che danno la prima forma alla mente e al cuore. Taccio del pari l'incuranza in cui si tenne l'insegnamento delle scienze morali, che tanto contribuisce a formare l'uomo e il cittadino, danni che qui solo rammento per deplorare gli amari frutti che ne abbiamo raccolti, e per indicare con quanto zelo e quanta saviezza dobbiamo adoperarci a spargere da un lato nella novella generazione i semi della sapienza con quelli della virtù e dall'altro con uno spirito nuovo infuso nell'alto insegnamento, a riparare nei giovani già adulti, alla mancanza di quella precedente istruzione educatrice che non poterono avere.
Non vi è oggimai chi di buona fede possa credere nell'utilità della ignoranza pel buon governo degli Stati, e pel prò della morale e civile convivenza; come non vi è chi possa credere che i doni del Creatorenon possano essere da noi custoditi e usati, e che l'uomo fatto ad immagine divina diverrebbe più perfetto avvicinandosi ai bruti. Ma tale scempiezza che pur sarebbe una bestemmia, non merita confutazione: e se un dubbio degno di essere considerato può elevarsi contro l'istruzione è il timore che dessa inasprisca e non sani le piaghe morali della società e faccia la gioventù presuntuosa di sé e poco credente.
Il che vuol dire che si teme dell'istruzione non accurata,dell'istruzione non compiuta.
Ora questo timore va dileguato col porgere un'istruzione che miri al tempo stesso a formare l'intelletto e la coscienza, un'istruzione che abbracci tutto l'uomo, che sia una continuazione e un compimento dell'educazione della famiglia. La Scuola e la Chiesa debbono cooperare concordi in questo grande ufficio; le scienze, le lettere, le arti, la religione debbono stringersi insieme e tutte concorrere a svolgere nell'animo
quelle potenze, di che vi stanno i germi, vivificandoli con quell'alito che dà il senno al sapere, la temperanza
agli affetti, la santità alle morali virtù.
Or l'istruzione è così intesa dal nuovo Governo della Toscana; così sarà promossa e diretta da me; così mi preme che sia considerata e compartita da tutti i miei collaboratori; e così condotta l'istruzione sarà tanto più salutare quanto più ampia, quanto più diligente, più perseverante, più affettuosa.
Il Magistero è una seconda paternità ed è insieme un Sacerdozio; e coloro che vi attendono debbon ciascuno nel loro grado ritrarre la gravità, la giustizia e l'amore di un Padre assennato, l'esemplarità del Sacerdote venerando.
I giovani progrediscono sempre negli studi quando vi è comunicazione di validi affetti fra gli insegnanti e gli alunni.
Allora la scuola diventa una seconda famiglia, l'ammaestramento un'educazione .Allora spariscono i mali dell'istruzione leggera, dello studio sbadato, della sommissione forzata, dell'insegnamento che non educa.
Costituire ordinatamente,ampliare e perfezionare la pubblica istruzione è dovere e interesse di tutte le parti d'Italia, qual mezzo potente a fecondare il politico risorgimento. Ma alla Toscana ne corre obbligo più speciale; a lei che conserva il tesoro della lingua, vincolo e prova della italiana nazionalità; a lei che può dir
suoi l'Alighieri ,Michelangelo e Galileo. Cessiamo d'essere minori dei padri nostri; prepariamo una gioventù che li faccia rivivere imitandoli, e sia esempio in Italia della saggezza congiunta agli spiriti liberi e generosi; della fortezza unita ai gentili affetti delle lettere, delle scienze e delle arti strette colla solida religione.
Di VS Illustrissima
Dal Ministero dell'Istruzione Pubblica
Lì 17 Maggio 1859
Devotissimo Servitore
COSIMO RIDOLFI" (1)
(Affari generali del Governo dell'Elba 1659-1860- Doc . 15-100-Circolari 1-42.Circolare n. 17.Archivio storico comune Portoferraio)
Marcello Camici
1) Cosimo Ridolfi (1794-1865) agronomo e politico prima nel granducato di Toscana e poi nel regno d'Italia. Come agronomo studiò e lavorò per ammodernare l'agricoltura in Toscana creando anche una cassa di risparmio che favorisse gli investimenti in agricoltura, cassa ancora oggi esistente col nome di Cassa di risparmio di Firenze.