La lezione del futurismo, acquisita con la frequentazione giovanile dell'artista istriano Gonni Gonnich col quale fondò il gruppo “Artisti all'Elba”, spunta chiara, certo rivisitata dalla sensibilità personale, nella bella mostra di Marcello D'Arco godibile fino a domenica prossima a Portoferraio.
La scomposizione delle forme, le forme conosciute e quotidiane della Cosmopoli medicea e del suo contesto di mare, diventa la magia per farle percepire di nuovo al passante che chatta a testa bassa, all'amministratore distratto poichè – ed è l'ironico quadro del geometra a mollo e decollato a suggerirlo- l'unicità della città medicea merita un'attenzione costante e maggiore. Dichiarata l'influenza di Paul Klee per “l'uso del colore e la sua ricerca di una sintesi fra disegno e pittura”. Come Boccioni nel 1910 dipingeva la movimentata 'Città che sale' sbirciando la propria Milano dal terrazzo di casa, D'Arco ha fatto con i bastioni intravisti dalle feritoie del Forte Inglese, per molti anni sede del proprio studio, affascinato dai rapporti spaziali della città di Cosimo. Nelle vele sovrapposte di una possibile regata, nel gioco geometrico di barche, nei pini solitari come nella spiaggia vista dall'alto ci sono la luce e i colori che si impastano con la città, nell'eterno gioco con le ombre, certo anche interiori. L'arte come necessità si percepisce e incanta.
CR