Come accade spesso nel nostro Paese chi ha sempre osteggiato e detestato Dario Fo e Franca Rame da vivi, ora che sono morti, anzi proprio perchè sono morti, li celebra e li rimpiange.
Credo che molti “ex giovani” ricordano Dario Fo, quale autore ed straordinario attore, per averlo visto all'inizio degli anni 70' all'ex cinema-teatro “Astra” in Mistero Buffo.
In quegli anni tutti gli spettacoli dovevano ottenere il visto da un'apposita Commissione che poteva apportare tagli o modifiche alle scene ed ai testi.
Per evitare le forbici della censura, per ogni spettacolo, invece di vendere biglietti si “vendevano tessere di socio” per cui lo spettacolo era privato e non soggetto a censura.
Per favorire l'afflusso e recuperare le spese sostenute dall'ARCI che organizzava la serie di rappresentazioni, avevamo messo in giro la voce che Dario Fo, poco conosciuto tra i portoferraiesi, era accompagnato dalle BLU BELL, un gruppo di ballerine molto note. Un piccolo imbroglio a fin di bene altrimenti le modeste finanze dell'Arci non sarebbe state in grado di fal fronte neppure il non esoso cachet.
In tal modo accorsero circa 400 spettatori un buon numero dei quali, dopo il primo tempo lasciò contrariato il teatro. Per loro forse il buffo mistero era: dove erano finite le Blu Bell?
Ma ci fu chi prese molto di traverso l'esibizione di artisti così originali e "rivoluzionari". Tra loro l'allora parroco Don Pietro che la Domenica successiva fece distribuire all'uscita della Messa di Mezzogiorno dal Duomo, un volantino in cui criticava con toni accesi, lo spettacolo ritenuto blasfemo.
Iniziò una vivace polemica cittadina che terminò con un comunicato di Dario Fo.
Sempre in quel periodo riuscimmo a portare Franca Rame a Capoliveri in “Legami pure ma spacco tutto lo stesso”. che trattava, con buon anticipo sui tempi della politica ufficiale, il problema dell'emancipazione femminile.
Dopo lo spettacolo si doveva riportare Franca Rame a Portoferraio. Sali sulla mia 850, ma sul piano di San Giovanni si bruciò la testata del motore della macchina e fummo rimorchiati a destinazione da Franco Colli che ci seguiva.
Dario Fo nel giorno seguente portò in scena un altro spettacolo, su un tema a Lui molto caro, l'esigenza di diffondere la cultura tra le classi meno abbienti:”L'operaio conosce trecento parole il padrone 1000 per questo Lui è padrone”
Il ricordo di quella geniale coppia è ancora vivo in chi ha avuto la fortuna di frequentarli sia pure per pochissimo tempo, erano persone semplici, sempre disponibili, pronte alla battuta ironica, che sapevano ridere e far ridere dei potenti.
Grazie a Dario e Franca perché a noi, allora giovani, seppero con il loro esempio, stimolarci ad una visione critica della società.
Nedo Volpini