L’ALBA DELL’UNITA’ D’ITALIA ALL’ELBA (1859-1860)
Il governo della Toscana è seriamente preoccupato affinchè i suoi atti governativi vengano portati all’attenzione di tutti anche nei luoghi più remoti. A questa preoccupazione si aggiunge l’altra e cioè quella che la lettura di questi atti governativi sia “accompagnata da conveniente esplicazione”.
Per raggiungere questi obiettivi pensa di coinvolgere i parroci.
Il rapporto con la Chiesa (lo stato pontificio è ai confini di quello toscano) dal nuovo governo della Toscana è tenuto in grande considerazione come dimostrato dal fatto che è stato creato il ministero degli atti ecclesiastici.
Tale coinvolgimento del clero operato dal governo toscano era già avvenuto pochi giorni prima con alcune direttive per il clero per l’inserimento nella messa della colletta detta “pro tempore belli.”
Ora il governo toscano vuole coinvolgere i parroci per informare la popolazione sugli atti governativi ma non sempre ciò accade.
E’ quanto si apprende dal carteggio,manoscritto, tra il governatore militare e civile di Livorno con quello di Portoferraio.
“Governo civile e militare
Di Livorno
Al Sig Cav Colonnello
Governatore dell’Elba
Portoferraio
Ill.mo Signore
Ha usato fin qui il Governo di trasmettere ai Parroci per mezzo delle Superiori Autorità ecclesiastiche alcuni di quelli atti che si volevano divulgati per le popolazioni Rurali le più discoste dai centri delle Giurisdizioni politiche e civili.
In questi casi si raccomandava ai Parrochi stessi di affiggere alle porte delle Chiese gli Atti Governativi che loro venivano trasmessi e di farne lettura accompagnata da conveniente esplicazione, dopo la Messa Parrocchiale. Ha potuto convincersi il Governo che queste raccomandazioni non sempre trovano quella corrispondenza che si desidera, tanto che manca sovente l’effetto di quella pubblicità che vorrebbesi per tal modo ottenere.
Valutando i vantaggi che possono ricavarsi per assicurare la quiete pubblica,specialmente nelle Campagne, da una pronta e universale cognizione di ciò che preme al Governo, che tutti sappiano, e volendo adoperare i mezzi che sono in potere del Governo stesso senza cercare cooperazioni volontarie d’autorità estranee che possono fallire allora che sarebbero più necessarie,prevengo la SV Ill.ma che quando riceverà Proclami o altre Dichiarazioni Governative delle quali si vuole la maggiore pubblicità possibile, oltre le solite affissioni nei Capi Luoghi potrà valersi del Delegato e Gonfaloniere del suo Circondario per procurarne l’affissione alla Porta delle Chiese o in altro luogo del pari cospicuo in ogni Parrocchia del proprio Circondario.
Il Governo sarà sempre riconoscente a quei Parrochi che vorranno illuminare i loro Popolani facendo note e spiegando le disposizioni governative nell’interesse della quiete e della concordia pubblica; non sapendo bene che il concorso a quest’opera, sebbene degno del loro ministero non può loro essere imposto, ( ) meglio di rivolgersi alle Autorità Politiche, le quali di concerto colle Municipali si daranno ogni cura di far giungere la parola del Governo in ogni angolo dello Stato,acciò la malizia dei fautori di parte non abbia
modo di speculare sull’ignoranza delle popolazioni lontane dai centri e però dalla vera cognizione dei fatti e degli intendimenti Governativi.
Sia augura il Governo anche in questo provvedimento di essere efficacemente secondato dalla SV Ill.ma lasciando al suo prudente arbitrio la scelta dei mezzi più atti a raggiungere lo scòpo che Le è stato richiesto.
Livorno 30 Maggio 1859
Il Governatore
Annibale Bigazzi”
(Affari generali del governo dell ‘Elba 1859-1860. Doc 15-100.Circolari 1-42.Circolare n 21.Archivio storico comune Portoferraio)
Marcello Camici