E' passato ormai un anno e mezzo da quando Nunzio Marotti è stato nominato Garante dei detenuti della Casa di reclusione di Porto Azzurro.
Molti sono i cambiamenti in positivo che si sono manifestati in questo periodo di tempo, il primo vero passo avanti si è avuto con la nomina del direttore Francesco D'Anselmo e del Commissario Giuliana Perrini, la stabilità dei dirigenti ha permesso di lavorare coordinati ed a lungo termine per risolvere le criticità e pensare ad nuovi progetti per il carcere elbano.
La struttura di Porto Azzurro è una realtà molto all'avanguardia volta al recupero della persona detenuta, nel carcere aperto, infatti, le celle restano chiuse solo dalle 19 alle 9 del mattino successivo, durante la giornata i detenuti si dedicano ad attività lavorative, progetti culturali (teatro e biblioteca) e frequentano corsi scolastici.
"Nell'ultimo anno - sottolinea con soddisafazione Marotti- sono stati concessi 80 art. 21, ovvero la possibilità di lavorare all'esterno della struttura, partecipando a lavori socialmente utili nel Comune di Rio nell'Elba e di Porto Azzurro.
Molto ancora c'è da fare - continua - per le opere di riqualificazione degli spazi, c'è bisogno di manutenzione straordinaria ma i continui ritardi da parte del Ministero nel versare i fondi ai detenuti non aiutano questo processo, anche se pare siano in arrivo 4 milioni di euro che verranno inpiegati per il rifacimento della 17^ sezione".
La complessa attività del Garante è volta a migliorare la qualità della vita dei detenuti con un'attenzione particolare alla sua riabilitazione alla vita, alla socialità, e per garantire ai reclusi il diritto al lavoro, alla salute e all'affettività.
Molte sono le criticità sulle quali lavorare per mettere in atto processi di rieducazione e reiserimento nella società della persona detenuta. Sensibilizzare il territorio per superare l'egoismo sociale, sconfiggere i preguidizi, a volte leciti, legati alla paura che si crea intorno alla figura del carcerato, è il vero obiettivo da raggiungere per il garante, solo creando possibilità di incontro, di scambio e conoscenza tra le persone si potrà scavalcare questo muro.
Il lavoro trasversale tra l'interno della struttura ed il territorio è estremamente complesso, da una parte è necessario garantire il diritto alla sicurezza dei cittadini, dall'altra però è importante assicurare il diritto alla rieducazione per il detenuto, solo attraverso questo processo si può lavorare per restituire la dignità alla persona reclusa.
Tra gli obiettivi raggiunti c'è stata l'approvazione del Patto per la Riforma, una serie di miglioramenti che anticipano le linee della riforma carceraria bloccata in Parlamento. Si tratta di un protocollo d'intesa su azioni comuni da intraprendere per affrontare alcuni degli aspetti più critici della situazione detentiva, garantire i principi costituzionali e i diritti dei detenuti per migliorare la qualità della vita all’interno degli istituti penitenziari.
In conclusione il Garante Marotti ci tiene a ringraziare tutti coloro che operano nel carcere ed augurare a questi ed alle persone recluse nella struttura i migliori auguri per un sereno Natale.