L’ALBA DELL’UNITA’ D’ITALIA ALL’ELBA (1859-1860)
Una lettera, con data 19 giugno 1859, scritta da Bettino Ricasoli, su foglio intestato “Ministero dell’Interno”, arriva al governatore dell’Elba. E’ importante documento perché in esso si delinea la politica interna del neonato Governo della Toscano sottolineandone alcuni aspetti.
“Ministero dell’Interno
Al Sig. Cav. Governatore di Portoferraio
Ill. mo Signore
Dall’articolo pubblicato sul Monitore N° 148 VS Ill.ma vedrà quale sia il contegno che il Governo intende osservare relativamente alla espressione dei voti sull’unione della Toscana colle altre province d’Italia, liberate dalla dominazione e dalla preponderanza austriaca, sotto lo scettro costituzionale del Re Vittorio Emanuele.
E’ preciso dovere degli Agenti di Governo lo uniformarsi a queste massime. Perciò eglino dovranno in vigilare con ogni cura affinchè la espressione di questi voti non trascenda né a manifestazioni tumultuarie né a dissidi, per cui venga meno il rispetto che ciascuno deve alla persone, ai diritti,alle opinioni dei suoi concittadini.
Quando gli argomenti della persuasione riuscissero inefficaci, sarebbe obbligo di VS Ill.ma di usare tutta l’autorità di cui la Legge l’investe alfine di prevenire ogni disordine; ma anziché questo rimedio estremo contro un male dal cui timore ci assicurano il senno e la temperanza del popolo toscano, converrà operare molta operosità nello illuminare le menti e dimostrare quanto male ci comporrebbe l’unione fra gl’italiani delle diverse province dividendo quelli che sono già uniti; nel mettere in chiaro come questo errore, colpevole in ogni tempo, sarebbe sacrilego oggi, perché impedirebbe ai Toscani di raccogliere le forze e i pensieri verso la guerra destinata a farci ottenere la liberazione d’Italia, vanamente desiderata per tanti secoli, e ricondurrebbe in trono quella Dinastia la cui ristorazione sarebbe per noi un danno ed una vergogna; avrà cura VS Ill.ma nello stesso tempo di far conoscere come debbono essere liberissime le manifestazioni di quei voti.
Se altri accusasse il contegno del Governo che non prende parte a questi atti, VS Ill.ma spiegherà come coloro che ora sono incaricati del Governo della Toscana, abbiano per primo dovere di astenersi da ogni atto che oltrepassi i limiti del mandato, che dal Re Vittorio Emanuele venne affidato al suo Commissario e nello stesso tempo VS Ill.ma dichiarerà che essi respingono come una calunnia l’imputazione di voler contrastare al voto della nazione, mantenendo quelle divisioni di territorio per cui l’Italia fu impedita dal prender luogo fra le nazioni indipendenti; o di memorare l’omaggio al re Vittorio Emanuele, il cui nome simboleggia l’indipendenza, l’unione, la libertà dei popoli italiani.V.S. Ill.ma farà comprendere in pari tempo come, astenendosi dall’ingerirsene, il Governo assicuri maggiore autorità e quindi maggiore efficacia a quegli atti, che debbono esprimere un voto dei cittadini affatto libero e spontaneo; carattere che non avrebbero allorchè quelli venissero iniziati o suggeriti per consiglio dei Governanti anziché per azione propria dei cittadini e della Magistrature che hanno ufficio di rappresentarli.
Ho l’onore di confermarmi con distinto ossequio
Di V,S. Ill.ma
Lì 19 Giugno 1859
Dev.mo Servitore
Ricasoli”
(Affari generali del governo dell’isola d’Elba 1859-1860.Doc 101-260. Carta 260.Archivio storico comune Portoferraio)
Il documento è interessante perché dimostra come il neonato governo della toscana cerchi la partecipazione popolare a sostegno del nuovo corso politico.
Marcello Camici