I lettori guardino queste poche immagini, scorrano rapidamente le didascalie e poi, se hanno voglia, leggano pure questo scritto. L’isola non brilla particolarmente per conservazione e valorizzazione del patrimonio paesaggistico, avevo detto alcuni giorni fa. Basta vedere che cosa e come è stato costruito attorno a molti paesi, dove sono venute fuori vere e proprie new-town mentre i centri dei paesi vengono disabitati.
Ma questo delle scelte urbanistiche è un problema che non si può affrontare in poche righe. Meglio parlare delle cose, magari poche ma buone, che, quando funzionano, funzionano bene davvero.
Fra questi è sicuramente il Museo Archeologico del Distretto Minerario di Rio nell'Elba. Valentina Caffieri ha il grande merito di avere dato al piccolo Museo che dirige una straordinaria visibilità internazionale, facendone luogo di incontro di appassionati-associazioni-famiglie-scuole-bambini. Un luogo di sicuro appeal e molto social, che invita a soffermarsi sull’ambiente e sulla storia dell’Elba.
L’altro luogo recuperato alla memoria degli elbani e all’interesse dei visitatori è la Villa Romana delle Grotte, che dalla primavera prossima ospiterà attività e stage degli studenti del Liceo Foresi, nell’ambito del dispositivo Alternanza Scuola-Lavoro. Si deve essere veramente grati alla Presidente Cecilia Pacini e alla Direttrice Laura Pagliantini, per il grande lavoro fatto. La gratitudine va estesa anche al mondo della scuola elbana, in questo momento straordinariamente ricettivo e attento nei confronti delle tematiche ambientali e culturali, e al Comune di Portoferraio.
Non casualmente si tratta di due attività molto mediatiche, che hanno pagine social attive; che hanno una direttrice (nel senso di direttore donna e, forse, non è un caso nemmeno questo); una gestione vera (con o senza il sostegno di una fondazione). Infine, sono iniziative con forti ricadute nella società, nella collettività, molto condivise e partecipate, con un radicamento forte, dal punto di vista visivo ed emotivo.
Fra le varie iniziative, ricordiamo quelle di Cinzia Battaglia ai Lavatoi di Rio Elba.
Insomma, questa è la strada giusta.
Su questa stessa strada si muovono iniziative che trasmettono una straordinaria positività, quasi sempre attivate da associazioni di volontariato: Associazione Pedalta, Diecimila mani per l’Elba, il Circolo Culturale Le Macinelle. In questo inverno strano, molti cittadini hanno creato momenti di condivisione forte e profonda, reinventando il mestiere di cittadino. Organizzano escursioni, diurne e notturne, financo il Capodanno ai Sassi Ritti, puliscono sentieri e antichi caprili, raccolgono i rifiuti abbandonati da sciacalli e da incivili. Tutto questo rappresenta una straordinaria ri-presa di possesso del territorio, una vera e propria ri-conquista del proprio paesaggio, un desiderio di prendere il futuro nelle proprie mani.
Non è casuale che tutte queste iniziative cerchino, e puntualmente trovino, una sponda nelle scuole elbane, ovvero una sponda nel futuro. Questa sponda è rappresentata, oltre che da studenti solitamente attenti e reattivi, anche da una coorte di insegnanti particolarmente bravi, anzi, brave, visto che sono quasi tutte donne. Nomi non ne faccio: fra elementari, medie e medie superiori, la lista è lunghissima, per fortuna.
Nelle azioni intraprese è implicita una delusione silenziosa ma palpabile contro la politica, nella quale sono in molti a non riconoscersi. I cittadini si organizzano, saltano la delega, tornano protagonisti. Tutto questo è, soprattutto, il ripristino di una forma di vigilanza e di tutela sociali del territorio in forma collettiva, condivisa, partecipata. Credo che, a questo punto, le diverse Associazioni dovrebbero incontrarsi e confrontarsi e stabilire una sorta di coordinamento. Coordinamento non vuol dire comitato o commissione né luogo preciso ma proprio “coordinamento”: una rete di contatti, diretti o digitali in cui si scambiano informazioni, segnalazioni, criticità, attività da intraprendere.
In questo modo un territorio rinasce e si vivifica in forma sostenibile.
Il segnale che viene dai cittadini è fortissimo e non può essere eluso: la buona politica, se non c’è, ce la facciamo da noi. Ed è una politica veramente buona, che recupera il senso del rispetto dell’ambiente, vede il paesaggio come diritto al benessere per tutti (e non privilegio per pochi) e rafforza il buono del senso identitario.
Il futuro è questo. In questo momento ci sono elementi della società civile che, fra crisi e contraddizioni, camminano molto avanti e chiedono che la politica accolga le loro istanze.
Si dirà: dove trovare le risorse?
Risposta: nel cospicuo tesoro rappresentato dalla tassa di sbarco, che deve servire, possibilmente in forma associata fra i Comuni, anche a questo: a migliorare i servizi per la comunità in maniera tale che questo miglioramento venga percepito e si riverberi all’esterno.
Quale migliore promozione turistica di questa?
Franco Cambi
FOTO DI COPERTINA
- Museo di Rio nell’Elba. Bambini impegnati in attività didattiche nel Museo
- L’Associazione Pedalta pulisce i sentieri e gli antichi caprili
ALTRE IMMAGINI
- Museo di Rio nell’Elba. Il successo di un piccolo museo molto social
- Villa romana delle Grotte. I Docenti dell’ITC Cerboni svolgono un sopralluogo con Cecilia Pacini e Laura Pagliantini per organizzare le attività di Alternanza Scuola-Lavoro
- Il Capodanno organizzato presso l’impressionante sito archeologico di Sassi Ritti (Campo nell’Elba) dalla Associazione Le Macinelle
- L’iniziativa di 10000 mani per l’Elba. L’avventuroso recupero di un glorioso scooter degli anni ’60: fra bonifica ambientale e archeologia del miracolo economico
- I rifiuti raccolti in giro da Associazione Pedalta