Un brillante Giuseppe Conti docente al Dipartimento di Matematica dell'Università di Firenze ha condotto ieri, il primo ”Venerdì del Foresi”, un incontro nell'aula magna dell'Istituto del Grigolo, presentato dal dirigente scolastico Enzo Giorgio Fazio che ha introdotto dicendo ”Avviamo una serie di appuntamenti per dare un contributo culturale ai nostri studenti, al personale e alla comunità tutta”.
Conti ha quindi impugnato il microfono svelando molti dettagli della storia del Duomo di Firenze e in particolare quelli tecnici della cupola del Brunelleschi, in quanto la costruzione ha un equilibrio statico grazie ad una semplice figura geometrica, chiamata curva catenaria. L'esperto fiorentino è riuscito a condurre tematiche di geometria e simili concetti, non certo usuali, senza annoiare ed anzi ha snocciolato qua e là battute argute, tipiche di chi è nato nella città di Dante, ficcando nel discorso pure la sua delusione per la Fiorentina, la squadra ovviamente del cuore che non gira bene. E tra le battute azzeccate c'è stata quella rivolta a Luigi Serena, suo collega portoferraiese, ovviamente presente nella sala degnamente affollata. “Ho insegnato molti anni insieme a Luigi e ora me lo ritrovo anche qui all'isola d'Elba...”. E se lo è ritrovato perché proprio l'elbano ha proposto al dirigente scolastico di far venire al meeting tale Giuseppe Conti, sapendo della sua forte preparazione sul tema.
Nella sua esposizione Conti ha proiettato numerose slide, con cui ha fatto vedere le innumerevoli forme geometriche di cui è corredato il Duomo di Firenze e anche la cupola del mistero architettonico. Ad esempio esagoni presenti nei lati della costruzione che simboleggiano i sei giorni in cui Dio creò l'universo compreso l'uomo, rettangoli, ellissi, archi, la base ottagonale su cui poggia la cupola e soprattutto la curva catenaria che fu adottata dal Brunelleschi, per creare la sua opera, in quanto tecnicamente, tale scelta, comportò la stabilità della cupola stessa, creata secondo tale principio geometrico-matematico-tecnico, in quanto tale forma è in grado di sorreggere la costruzione per un gioco di forze fisiche “naturali” e fece anche disporre i mattoni a spina di pesce sempre per favorire la stabilità. “Brunelleschi non lasciò niente di scritto su ciò, - ha detto il docente- ma parlano i fatti attraverso i secoli, in pratica fu una soluzione autoportante in fase costruttiva. Il genio fiorentino aveva tali conoscenze matematiche che gli permisero, fra le altre cose, di porre le basi geometriche della prospettiva, che poi consentirono lo sviluppo della pittura in tal senso”. La Cupola del Duomo di Santa Maria del Fiore di Firenze, fu fatta innalzare dal Brunelleschi fra il 1420 ed il 1436, il suo diametro interno misura 45 metri, quello esterno 54 metri, la sua base si trova a 55 metri dal suolo; la Cupola raggiunge 91 metri e, con la Lanterna, che pesa circa 750 tonnellate, essa arriva a circa 116 metri; il suo peso è di circa 29.000 tonnellate. In seguito il Duomo perde ancora molti anni per completare la sua costruzione, tutt'ora incompleta proprio nella cupola, e per avere una facciata bisognò attendere l'ottocento quando i fiorentini scelsero la sua forma addirittura con un referendum.
Insomma, un incontro di elevato valore e chi volesse scoprire ogni altro dettaglio della relazione elbana del docente fiorentino, basterà collegarsi via internet al link http://ithaca.unisalento.it/nr-4_2014/articolo_IIp_02.pdf arricchendo di certo il proprio sapere su un'opera d'arte che fa onore a Firenze e alla Toscana tutta. Una terra di geni e figure argute, tra cui possiamo mettere anche questo docente universitario, chiamato Giuseppe Conti.