Quando Napoleone Bonaparte arrivò all’isola d’Elba trovò una grande confusione ed anarchia per quanto riguardava l’esercizio dell’arte salutare come diffusamente ne parla Vincenzo Mellini.Trovò infatti che molti soggetti esercitavano la medicina,la chirurgia e la farmacia senza averne la facoltà o da diploma o da concessione governativa.Vista la grave situazione l’imperatore incaricò il Gran Maresciallo di chiedere all’Intendente un rimedio.
Questi propose di formare un Giurì di medici per accertare i titoli di coloro esercitavano professione medica.Il gran giurì aveva come presidente il medico personale dell’imperatore.Terminati i lavori il gran giurì consegnò un verbale a Napoleone nel febbraio del 1815 dove erano indicati coloro che potevano essere considerati medici in quanto muniti di un diploma o di concessione governativa .
Per il comune di Portoferraio furono scelti come medici Pasquale Squarci e Rutigni Virgilio, Cerboni Giuseppe, Agrazi Ignazio ,come chirurghi Lorenzini Taddeo e Milanesi Giacomo (a quell’epoca c’era distinzione tra medico e chirurgo), come farmacista Barberi Giovan Battista.Fu emanato un decreto dove i sopradetti erano riconosciuti legittimi esercenti dell’arte salutare e che era proibito a chiunque altro esercitare la medicina,la chirurgia,la farmacia senza essere stato prima autorizzato dal giurì.
Di lì a pochi giorni Napoleone fuggì dall’Elba e la questione si presentò alla prima adunanza della Magistratura (consiglio comunale) di Portoferraio nel restaurato granducato di Toscana. Infatti il 2 gennaio 1816 la Magistratura Comunitativa di Portoferraio nella sua prima adunanza “…stabiliscono di ripristinare le due condotte mediche con la provisione di lire 1200 l’anno per ciascheduna e le due condotte chirurgiche con l’annuo stipendio di lire 1120 per ciascuna di esse con gli oneri seguenti ai Possessori che verranno in appresso prescelti a coprire gli impieghi dei quali si tratta…” (ASCP).
Ed ecco gli oneri :
1° tanto i medici quanto i chirurghi saranno tenuti e risiedere nella città di Portoferraio
2° avranno l’obbligo di curare a’tutta cura’ ed i chirurghi anche nell’alta chirurgia e senza distinzione di malattie procuratesi o provenienti da caso anche fortuito tutti gli abitanti in detta città di Portoferraio tanto nativi che esteri e chiunque giunga sano o malato nella stessa città
3° dovranno i detti Possessori gratuitamente quattro visite a tutti quelli che si ammaleranno alla campagna senza ammettere distinzione fra paesani e gli esteri
4° i suddetti Medici e Chirurghi saranno tenuti altresì a curare gratis come prescrivono i recenti sovrani comandi di da me Cancelliere partecipategli: primo i militari distaccati nel territorio di questa loro Comunità secondo: i Trovatelli che sono ad allevare o in custodia tanto in detta Città quanto alla Campagna,terzo: e finalmente di medicare a tutta cura i Carcerati sì nelle visite prescritte dai veglianti Regolamenti sì per la pulizia e solubrità delle stesse carceri il tutto senza poter altro pretendere che la Provisione come sopra rispettivamente assegnata a ciascuna Condotta Medica e Chirurgica commettendo a me Cancelliere per mezzo di Pubblico Avviso di rendere note queste disposizioni per norma di tutti quelli che possono avervi interesse. “ (ASCP)
(firmato Vincenzo Vantini gonfaloniere, C.Guidoni cancelliere)
Nelle due condotte mediche vengono confermati per un anno i medici che erano stati indicati dal gran giuri di Napoleone e cioè Pasquale Squarci e Paolo Rutigni con la provisione di lire 1200 all’anno per ciascuno.
Lo stesso accade per i chirurghi: vengono confermati per un anno nel ruolo di chirurgo condotto Taddeo Lorenzini e Giacomo Milanesi con la provisione di lire 1120 per tutto l’anno per ciascuno dei due.La sanità è dunque gestita direttamente dal comune di Portoferraio per quanto riguarda la condotta medica e chirurgica.Ogni anno avveniva o meno la conferma dell’impiego ad opera della Magistratura Comunitativa.
Marcello Camici
ASCP: Archivio Storico Comune Portoferraio