“Mi capita quasi sempre di sentire che i miei quadri vengono recepiti come un qualcosa che va oltre il semplice fatto retinico. E questo mi rende felice, anzi direi che è tutto qui il successo…" sono le parole di Antonio Del Donno, pittore e scultore attualmente in mostra nel Museo Archeologico della Linguella a Portoferraio.
La personale “Combine Painting” è un omaggio che Alberto Molinari, responsabile dell'Archivio Del Donno, ha voluto fare al maestro che compirà 90 anni a novembre. Responsabile artistico della mostra è Walter Bellini, che ha portato nella sua Galleria Ken's International, a Capoliveri cinque opere di Del Donno, offrendo così l'opportunità a tutti coloro che sono nel paese di ammirare il lavoro dell'artista, in tandem con la mostra ferraiese.
Del Donno è un artista che ha vissuto quasi ai margini del dibattito culturale considerato attuale a alla moda, ma è sempre stato attento ai mutamenti reali, ai cambiamenti che contano veramente nei percorsi dell'arte, per questo le sue opere sono da guardare da vicino, per notare l'azzardo, la novità e la manipolazione delle varie tecniche. Su supporti poveri di legno, di varie dimensioni a forme, l'artista assume e riconverte in pittura le sue emozioni, con un gesto che agisce con forza sui colori e le materie, trasformandoli in segni violenti come graffiti o lievi e veloci come una pittura-scrittura, facendo provare a chi guarda le sue opere l'emozione di un accento antico, arcaico, una parlata che sembra provenire da luoghi remoti, quasi dimenticati, ma che basta un gesto, un segno, un grumo di colore e di materia su un supporto povero come una tavola di legno, per farli riconoscere come luoghi familiari. Un'arte intesa come antropologia culturale, con la nostalgia e l'ossequio di chi cede al ricordo, nell'opera di Del Donno non c'è nessuna benevolenza verso la citazione o il remake, piuttosto si percepisce il prelievo e il rifacimento, come quando ci serviamo di un vecchio utensile o di un oggetto abbandonato e lo riadattiamo a nuovi usi.