L’ALBA DELL’UNITA’ D’ITALIA ALL’ELBA (1859-1860)
Il 30 luglio 1859 il governatore dell’Elba, Niccolini, così scrive al gonfaloniere di Portoferraio, Squarci:
“Governo civile e militare dell’Elba
Al Sig. Gonfaloniere
di Portoferraio
Portoferraio Lì 30 luglio 1859
Ill.mo Signore
Il tempo delle Elezioni (1) si avvicina ed il Governo sente troppo la necessità che esse riescano la espressione piena sincera della pubblica opinione (2) per rimanersi dal raccomandare alla SV Ill.ma di darsi ogni impegno perchà il concorso degli Elettori sia quale è richiesto dall’importanza del
suffragio che dovranno emettere. Il Governo vuol lasciare intiera ai Cittadini la libertà della scelta dei loro Rappresentanti,ma crede suo dovere l’ammonirli sulla gravità del mandato che sarà da essi conferito agli Eletti.
Si tratta di far manifesto all’Europa i Voti della Toscana sopra i futuri suoi destini, si tratta di far conoscere all’Italia quanto e come i Toscani vogliono essere Italiani.
Qualunque sia per essere il valore che si darà a questi Voti è però certo che la loro autorità sarà tanto maggiore quanto più spontanei e numerosi concorreranno gli Elettori ai Collegi Elettorali.
E’ questo un dovere civile che ognuno deve soddisfare secondo la sua coscienza perché da queste
elezioni è interesse di tutti che esca veramente la voce del Paese e non la parola di un partito. Non c’è un Ministero che interroga che interroga gli elettori per sapere del pensiero e la loro fiducia, ma è la Patria che chiede il suffragio dei Cittadini per recarlo là dove le sorti dei Vincitori e dei Vinti e si darà assetto alle cose d’Italia.
Felicitiamoci di essere venuti al tempo in cui questi voti sono possibili ed hanno speranza di essere esauditi.
Nel 1815 le parti furono fatte senza questa Consulta del popolo; se oggi i Popoli non rispondessero all’invito e non sapessero esprimere con tranquilla fermezza i desideri loro, sarebbero colpevoli, ancorchè a quei desideri non si volesse far ragione contro ogni nostra aspettativa.
La S.V. Ill.ma ponga ogni studio per far comprendere questi concetti ai suoi Amministrati, inviti gli Elettori a concorrere numerosi all’elezione e ad intendersi fra loro sulla scelta dei Rappresentanti per impedire la dispersione dei suffragi.
Per assicurare poi la libertà della Elezioni con quell’unica forza pubblica che tutela senza sospetto, V.S. Ill.ma procurerà che per il dì 7 del prossimo Agosto la Guardia Nazionale sia in grado di prestare servizio nella sala delle Elezioni affrettando per quanto è possibile il suo ordinamento in questa
Città ove è stata istituita.
Fidando che la SV Ill.ma voglia tenermi informato di tutto quello che si riferisce a queste Elezioni,le quali sono ora il primo pensiero del Superiore Governo, passo a ripetermi col più distinto ossequio.
Di VS Ill.ma
Dev.mo Servitore
G. Niccolini”
(Corrispondenza ministeriale del governatore anni 1856.1857.1858,1859. Anno 1859. Archivio storico comune Portoferraio)
La figura di statista di Bettino Ricasoli che nel governo toscano rappresenta l’ala che vuole al più presto l’annessione al Piemonte appare con tutta evidenza.
Marcello Camici
NOTE:
1) Di lì a poco, nel mese successivo di agosto, i rappresentanti del popolo toscano eletti (7 agosto) a formare l’Assemblea della Toscana, avrebbero votato (16 agosto) la decadenza della dinastìa lorenese e approvato(20 agosto) l’annessione della Toscana al regno costituzionale sardo contribuendo così a sventare i disegni legittimisti e i progetti di formazione di un regno dell’Italia centrale
soprattutto da parte austriaca. Pochi giorni prima infatti (13 luglio) Francesco Giuseppe imperatore d’ Austria aveva invitato il granduca Leopoldo II ad abdicare in favore del figlio Francesco Giuseppe che assunse il titolo ormai solo nominale di Ferdinando IV, granduca di Toscana.
Nell’assemblea toscana a rappresentare gli elbani furono eletti il dr Giorgio Manganaro e il dr Gio Batta Gemelli.
2) La voce del Paese è questo che interessa al governo della Toscana far sapere la “voce del paese “ sull’annessione al regno sardo. Se questa voce sarà per l’annessione al regno sardo, che è poi l’aspettativa del governo toscano, la decisione che esso adotterà non apparirà un atto legislativo unilaterale governativo voluto e calato dall’alto ma imposto dalla volontà del popolo :”… si tratta di far manifesto all’Europa i Voti della Toscana sopra i futuri suoi destini, si tratta di far conoscere all’Italia quanto e come i Toscani vogliono essere italiani…”.
L’assemblea toscana è voluta e ricercata dal governo toscano per dimostrare A) all’Europa cosa vuole il popolo toscano e non il governo evitando così un pretesto di intervento armato delle potenze europee,B) all’Italia e cioè alla monarchia costituzionale di re Vittorio Emanuele II che ha lo spazio per una politica di annessione della Toscana al Piemonte.