Esattamente una settimana fa si è concluso il Ramadoro Wood Festival. Tre giorni che hanno mostrato una parte della costa nord ovest dell'Elba in modo diverso e inconsueto. Tre giorni con tredici eventi che hanno coinvolto più di quaranta protagonisti, in sei location diverse. Tre giorni molto intensi che ci hanno permesso di sperimentare proposte innovative, che ci hanno confermato il valore del nostro territorio e le potenzialità ancora da sviluppare.
Autenticità
La reazione del pubblico che ha seguito il festival è stata positiva, in generale è stata apprezzata la possibilità di poter vivere l’isola attraverso la sua autenticità: sentire le storie direttamente dai protagonisti, andare per sentieri con guide esperte, vedere testimonianze della storia elbana, assistere a un’installazione di arte ambientale, interagire con gli artigiani e con la loro passione, scoprire i sapori locali assaggiando ricette e degustando prodotti e tutto a chilometro zero, ascoltare per la prima volta in questa parte dell'isola i canti isolani, vedere la gioia dei bambini che creano giochi con i leggenti di mare.
Emozioni
E’ stato un festival che ci ha regalato molte emozioni, una tra tutte, il passaggio di due balene davanti a capo Sant’Andrea durante la presentazione dell’installazione di arte ambientale Kao di Riccardo Mazzei.
La serata finale sul molo di Patresi ha trasmesso con intensità tutto il significato del festival: la terra e il mare, l’autenticità e la passione.
Produzioni
Una delle novità del festival è stata la produzione di progetti artistici appositamente realizzati per Ramadoro: le foto di Roberto Ridi per la mostra RADICI, l’installazione KAO di Riccardo Mazzei sulla scogliera di Sant’Andrea e il brano FLUSSI MARINI composto da Jacopo Paolini e Tommaso Mazzei per la sezione Sunset Music del Ramadoro Wood Festival.
Il dopo Festival: RADICI
La mostra “Radici, il legno, l’isola, i mestieri” sarà ancora aperta dal 30 luglio a fine agosto, tutte le domeniche dalle 10.30 alle 12.30, al Circolo il Libeccio, La Zanca.
Quattro immagini fotografiche di Roberto Ridi dedicate alla memoria del territorio e una raccolta di attrezzi e oggetti della tradizione contadina.