Queste le parole di Luciano Minerva, giornalista, scrittore e moderatore dell'evento finale, a conclusione di una serata che sigilla con una ulteriore proposta di alta qualità la 3a edizione del Festival dell'editoria indipendente tenutosi nell'antico paese di Rio nell'Elba.
E in Piazza Matteotti, davanti la suggestiva facciata della chiesa dei Santi Giacomo Apostolo e Quirico, la presenza del giornalista Rai Sigfrido Ranucci, dal 2017 conduttore della trasmissione televisiva "Report", ha ben incorniciato una 4 giorni che ha fatto di Rio la piccola capitale della cultura dell''Arcipelago Toscano, rafforzando significativamente la proposta in Toscana dei Festival Culturali Estivi.
La serata è stata ben gestita nella sua apparente semplicità.
Quando pochi accorgimenti tecnici e scenografici riescono ad esaltare i contenuti dei relatori e dei contesti architettonici, donando all'utente tensione creativa e curiosità appagata, si è davanti all'armonia sociale e alla promessa di volersi rivedere, di voler tornare.
La "terzaniana" calma di di Luciano Minerva nel proporre domande ritmicamente puntuali e lo spessore dei contenuti e dei retroscena drammatici di un giornalista che da sempre ha seguito il suo istinto e il suo destino, hanno regalato alla piccola piazza gremita una grande occasione di conoscenza e di umanità.
Ranucci ha raccontato la sua esperienza professionale nell'affrontare temi drammatici e terribili della nostra storia recente, come la denuncia dell'uso di fosforo bianco in Iraq da parte dei militari U.S.A., l'ultima intervista a Paolo Borsellino dove emergono connessioni tra cosa nostra e politica,il periodo in cui era sotto protezione per evidenti minacce camorriste a lui e alla sua famiglia
Il racconto si arricchisce con una serie incalzante di eventi vissuti in prima persona correlate a inchieste e scandali che gli hanno procurato non poche notti insonni, decine di querele, diversi atti intimidatori, minacce continue di licenziamento.
"Per questo,dice Sigfrido Ranucci, chi fa questo mestiere e in particolare nel campo del giornalismo d'inchiesta come Report, si sente alla fine come un disadattato sociale andandosi a scontrare continuamente con ciò che di negativo la nostra società propone: è come guardare la vita dal tombino di una fogna."
Tra i motivi principali del cambio di testimone con l'esplosiva e dinamica Milena Gabbanelli alla conduzione di Report proprio la stanchezza e lo stress di ore, giorni, anni passati in uno stato di tensione continua, molte volte a difendersi ingiustamente nelle aule di tribunali, talvolta in solitudine, Eppure Ranucci infonde tranquillità e umanità in chi lo ascolta, non traspaiono rancore o amarezza dalle sue pesanti parole; si sente invece "la professione", la passione, la responsabilità.
Aspettiamo la 4a edizione di questo ElbabookFestival.
Gian Carlo Diversi