Per fare turismo sostenibile bisogna volerlo. La quarta e ultima giornata del festival affronta due temi lontani tra loro, ma egualmente importanti. Nel tardo pomeriggio la tavola rotonda affronta il tema del turismo green nelle isole dell’Arcipelago. Molti spunti, soprattutto molte osservazioni lasciate aperte, il tema è vasto, più condiviso a livello ideale, che praticato nella quotidianità dei professionisti. Si parte da un dato offerto dalla giornalista esperta di viaggi Isa Grassano, un italiano su due vorrebbe vacanze a passo lento. Inoltre ci sono tanti tipi di turismo e di turisti, viene detto: c’è chi vuole la spiaggia e l’ombrellone, c’è chi cerca esperienze emozionali e conoscitive, chi vuole vedere flora, fauna, paesaggio e non verrebbe mai all’Elba ad agosto. Per valorizzare le differenze dei territori, per costruire un modello di turismo diverso, c’è chi consiglia di passare dai parchi, intesi come hub di buone pratiche, dice per esempio Roberto Della Seta, ex presidente Legambiente. E Giampiero Sammuri, presidente di Parco Arcipelago Toscano, sottolinea il ruolo strategico delle guide ambientali, che aiutano a capire, spiegano bene, fanno sì che il territorio sia fruito correttamente. All’Elba ci sono tante risorse racchiuse in pochi chilometri, ma i luoghi che hanno lasciato un segno sono quelli più appartati e mistici, osserva Giacomo Bassi, autore della nuovissima guida pocket di Elba e Pianosa edita da Lonely Planet. Una notte a Pianosa a vedere le stelle, una passeggiata all’eremo di Santa Caterina, sono esempi di esperienze memorabili. Come fare per mettere in pratica osservazioni tutto sommato condivisibilissime, ma poco realizzabili per ragioni economiche, sociali e logistiche? E’ lo stesso Giacomo Bassi che la butta lì: collegare il Parco agli imprenditori turistici che sanno fare bene il loro mestiere, che credono nei valori del rispetto e della valorizzazione del territorio. Non manca un’apertura sull’attualità delle isole. A Capraia è appena stata costituita l’area marina protetta, e all’Elba, viene chiesto da Marino Garfagnoli Sammuri? L’area marina protetta si fa col consenso de territorio, risponde Sammuri. Quando l’Elba sarà pronta si farà. La nuova legge sui parchi rafforzerà le comunità dei parchi, organo di relazione con gli amministratori del territorio e all’agricoltura. Va dunque nel senso del dialogo e della collaborazione.
E aggiunge: in aree protette come Portofino e Tavolara si fa il maggior numero di immersioni all’anno in Italia.
A lezione di coraggio: Sigfrido Ranucci e il giornalismo d’inchiesta. Ultimo evento del festival. Il più partecipato, il più atteso. Ed è letteralmente un fiume in piena il racconto di Sigfrido Ranucci. Dialoga a ruota libera, sul filo dei ricordi e dell’esperienza personale col collega e amico Luciano Minerva. Il conduttore di Report a Rio nell’Elba ripercorre le tappe della sua carriera giornalistica, fatta di molte difficoltà, ma soprattutto grandi inchieste. I fatti, i nomi, le storie sono tantissime. Dal rifiuto di entrare nella redazione della testata sportiva della Rai con uno stipendio sicuro, per fare giornalismo d’inchiesta con Michele Santoro. Dal lavoro al fianco di un grande direttore come Roberto Morrione ex direttore Tg3 poi Rai News 24 verso la fine anni ‘90, all’inchiesta sull’uranio impoverito in Italia. Dall’inchiesta sulla loggia Pd2 a quella sulle stragi di mafia di Falcone e Borsellino, fino alla trattativa tra stato e mafia al processo dell’Utri. Poi il fosforo bianco a Falluja nel 2004, gli Usa che bombardano l’Iraq usando un’arma non convenzionale, documentazione incredibile. Dopo Morrione Ranucci lavora con Milena Gabbanelli. Solo con loro, ammette, ha sempre potuto fare il suo lavoro liberamente. Poi ricorda l’inchiesta sulla privatizzazione della Telecom, che passa anche dall’Elba, grazie all’aiuto della collega Michela Gargiulo, presente tra il pubblico. Segue l’inchiesta sulla Parmalat. Ranucci svela a Elba Book Festival, per la prima volta in pubblico, che nel 2009 viene messo sotto vigilanza dinamica per un anno e mezzo, per un’inchiesta sulla fornitura di sabbia da parte di Vincenzo Ercolano alla ditta Pizzarotti.
E la domanda che tutti ci facevamo arriva puntuale. Come si fa a muoversi in un contesto così difficile e pesante, fatto di scandali, misteri. Come si affrontano le querele, chiede Minerva. Ti senti realmente solo, è difficile accettare la sfiducia dei colleghi, risponde Ranucci. In certi casi mi sono sentito anche sostenuto dalle persone e dai colleghi. Quando sai di avere fatto il tuo lavoro devi andare avanti. Ranucci ha 45 querele e richieste di risarcimento danni per 65 milioni di euro. Ma è un giornalista d’inchiesta e fa il suo lavoro. Non tralascia tuttavia di condividere un’osservazione amara. Il commissario Montalbano quest’anno è in controprogrammazione a Report, dispiace avere la concorrenza direttamente in Rai. Si conclude così la terza edizione di un piccolo festival dedicato alla voce indipendente degli editori a stampa, che quest’anno è riuscito a catalizzare l’interesse del pubblico trattando temi di forte interesse, filo rosso, l’esperienza umana e la resilienza, il coraggio e l’onestà. Da domani gli organizzatori Andrea Lunghi, Roberta Bergamaschi, marco Belli, Giorgio Rizzoni sono già all’opera per l’dizione 2018. Ci vediamo a Rio nell’Elba