L’ALBA DELL’UNITA’ D’ITALIA ALL’ELBA (1859-1860)
Il 27 agosto 1859 il governatore di Livorno, Biscossi, scrive a quello dell’Elba, Niccolini:
“Governo Civile e Militare
di Livorno
Al Sig. Cav. Governatore
di Portoferraio
Ill.mo Signore
Con dispaccio dè 25 Agosto stante il Ministero dell’Interno (1) mi partecipa quanto appresso
“Per assicurare sempre più questa mirabile concordia degli animi e questa tranquillità che tanto onora la Toscana, credo necessario di richiamare la sollecitudine di VS Ill.ma sopra alcune sconvenienti e pericolose manifestazioni dello spirito pubblico che m’avviene di notare in alcune città dello Stato. I fatti ai quali mi pare di dover assegnare questo carattere, sono le troppe rumurose tumultuose manifestazioni di gioia in occasioni solenni; le provocazioni insultanti a quelli che sono si presumono avversi al presente ordine politico; le immagini e le pubblicazioni sgraziate che si divulgano a contumelia di persone e cose sulle quali sta ormai il voto dei Rappresentanti del Paese Intendo bene come queste intemperanze derivino naturalmente dalle presenti condizioni nostre né io voglio esagerare la loro importanza.
Due specie di danni credo per altro che possano derivare al Paese dal tollerare che queste intemperanze prendano radice continuino ad eccitare le passioni meno generose del Popolo.
Il primo danno riguarda la quiete interna la quale a poco a poco può essere compromessa dall’esacerbarsi degli animi e dalla stessa molestia di questo continuo affaccendarsi di gente che crede buono ogni mezzo per sostenere il presente ordine di cose.
Il secondo danno riguarda la nostra reputazione all’estero che dobbiamo essere gelosi di conservare perché è la nostra forza e che potremmo perdere quando noi stessi fornissimo agli avversari gl’argomenti per rappresentare il Paese in uno stato di rivoluzione e di violenza.
Queste riflessioni mi sembrano tanto gravi da consigliare efficaci provvedimenti, tanto più che fra questi faccendieri politici in veste di sostenitori del Governo, si nascondono spesso i suoi più temibili nemici.
Il Governo non ha ritenuto necessario di fare nuove Leggi perché le Autorità politiche hanno nelle antiche tutti i mezzi di repressione.
VS Ill.ma si adoperi dunque con tutto l’impegno a far cessare nel suo Compartimento le intemperanze che ho notate.
Ammonisca prima di punire,sia privatamente che col mezzo di notificazioni pubbliche;si valga della influenza delle persone notevoli per consigliare i meno arrendevoli; ma se questi mezzi conciliativi fossero indarno,usi senza riguardo il potere che le dà la Legge.
Desidero da Lei precise informazioni sopra questo argomento, tanto sopra i fatti nuovi quanto sull’effetto dei suoi provvedimenti”
Ed io ciò comunicando alla SV Ill.ma per ogni opportuna norma e per l’esatto adempimento, godo rinnovarle i sensi della mia più manifesta considerazione.
Lì 27 agosto 1859
Il Governatore
Annibaldi Biscossi”
(Affari generali del governo dell’isola d’Elba 1859-1860.Doc 15-100.Circolari 1-42. Circolare 32.Archivio storico comune Portoferraio)
Marcello Camici
1) Il Ministero è retto da Bettino Ricasoli
Questa lettera mostra la sapienza con cui si muove la politica del ministero dell’interno del nuovo governo della Toscana sempre tesa a mantenere l’ordine pubblico. Il governo toscano è infatti consapevole di non essere stato scelto senza lìappogio di alcuna potenza europea né eletto ma si
ritrova lì per reggere le sorti dello stato toscano dopo che il granduca è fuggito.Per questo cerca l’investitura da parte del paese convocando l’assemblea toscana dove saranno presenti i rappresentanti del popolo eletti.Il governo della Toscana sa bene che si trova in una situazione critica agli occhi delle potenze europee: ogni tumulto,ogni disordine potrebbe diventare un pretesto per un intervento armato da parte di queste potenze per ristabilire l’ordine.