Sono 50 anni di delusioni e umiliazioni per cercare di dare all'Elba un “valore aggiunto” d'arte alla bellezza già profusa dalla natura a questa Isola. (vedi volume Elba un Museo diffuso all'aria aperta . ed. Mondadori)
Dopo la grande ceramica che a suo tempo a Portoferraio saltò per aria perché appoggiata ad un telaio e non murata per circa 15 anni, ora a Porto Azzurro una ceramica di 5 metri, che narra la storia del Paese nato con gli Spagnoli, sta facendo la stessa fine.
Narro brevemente la storia.
La prima grande ceramica fu fatta molti e molti anni fa per raccontare, con i suoi 5 metri di lunghezza, la storia del Paese da Filippo terzo al governatore D'Alarcon e fu applicata su di un muro nei giardini pubblici, zona studiata da me come luogo di meditazione e rispetto, con un percorso che andava a scoprirla con sorpresa.
Una “banda” di ragazzini vi creò il suo campo sportivo, trasformando la ceramica stessa nella ”porta” del campetto.
A forza di pallonate l'opera cominciò a “rovinare” pannello dopo pannello.
Il sottoscritto, per amore di questo bellissimo Paese, la rifece.
E qui comincia una nuova storia per trovarle un'ubicazione alternativa con infiniti problemi di scelta sul territorio. Fra l'altro la sua ubicazione fu sottoposta anche alle Belle Arti di Pisa che espressero consigli.
Per discutere su dove porla, di qua o di là, passarono ben nove anni e questa rimase in un angolo dei magazzini comunali.
L'anno scorso, a mia insaputa, venne posta “provvisoriamente” in fondo al molo, “protetta” vergognosamente da una rete da recinti e così venne soprannominata l'”ingabbiata”.
Mi domando perché l'artista non viene mai interpellato quando ha studiato e partecipato a vari congressi di arredo urbano e di arte in città.
In particolare ho studiato l'arredo urgano di Parigi, Barcellona, vero museo all'aperto e Gerusalemme. Niente.
Dopo di che ho cercato di dimostrare che un'opera d'arte nasce e deve interagire con l'ambiente e deve avere un suo spazio e non essere “buttata” tra vari fronzoli. In verità, lo scorso anno questo problema fu capito e venne deliberato di rimetterla nel luogo per il quale era nata – i giardini – protetta da uno spesso vetro “antipallonata”.
E' passato un altro anno. Niente. E adesso cominciano a staccarsi le mattonelle trattenute solo da un velo di silicone.
E ora?
Dico solo che vorrei abbandonare davvero l'Isola che mi ha procurato ripeto 50 anni di umiliazioni e delusioni.
Purtroppo ritorno spesso perché la maga Elba mi ha troppo legato.
Ma dov'è l'interesse per la cultura e l'amore per il proprio paese?
Italo Bolano