L’ALBA DELL’UNITA’ D’ITALIA ALL’ELBA (1859-1860)
Il 17 settembre 1859 il governatore civile e militare di Livorno, Biscossi, scrive a quello dell’Elba, Niccolini:
“Ill.mo Signore
Mi affretto a trasmetterle in copia una circolare del Ministero dell’Interno pervenutami ieri che ha per oggetto di eccitare le Autorità Politiche ad adoperarsi con quanto impegno possibile a prevenire attentati e reprimere delitti contro le persone e le proprietà che si sono resi disgraziatamente frequenti nelle Città e più ancora nella Campagne…
Lì 17 settembre 1859
Annibaldi Biscossi”
Questo il dispaccio di Bettino Ricasoli del 15 settembre 1859 ,inviato in copia dal governatore di Livorno a quello dell’Elba. In questa prima parte del dispaccio il Ricasoli dopo essersi compiaciuto della concordia e tranquillità che regna nello stato di Toscana, ne fa merito alle autorità pubbliche e al tempo stesso richiama la loro attenzione sul fatto che i furti alla proprietà privata continuano soprattutto nelle campagne e tutto ciò “indebolisce l’opinione della sicurezza” e che in conseguenza “l’ordine politico con tantom successo mantenuto, potrebbe essere ora minacciato da questi antichi nemici, i quali pongono in pericolo gli averi e la tranquillità dei pacifici cittadini”
“Eccellenza
Mentre le condizioni politiche della Toscana sono argomento di compiacimento per il Governo giacchè il Paese non apparve mai né più concorde né più tranquillo, vorrei pure dire che le condizioni morali in qualche parte della popolazione sieno migliorate. I furti si commettono in proporzione non lieve nelle Città e più ancora nelle Campagne; anco le violenze a mano armata si notano in qualche parte dello Stato e non diminuisce il vagabondaggio di gente che invoca la carità senza rinunziare al delitto.
Il Governo come fa merito alle Autorità d’avere mantenuto ordinato il paese così ha ragione di dubitare che la loro attenzione tutta intesa a quel supremo scopo non abbia saputo in pari tempo volgersi alla tutela della proprietà privata oggetto non meno del primo importante anzi quanto il primo necessario a conseguirsi se vuolsi assicurare la tranquillità e la contentezza del paese.Però credo mio dovere di richiamare la E.V. sopra questo gravissimo argomento perché senza indugio vengano eccitate le delegazioni a spiegare tutta la loro attività e valersi di tutti i poteri che loro dà la legge onde prevenire e reprimere efficacemente quest’audacia sempre crescente dei facinorosi che manomette la proprietà e indebolisce l’opinione della sicurezza. Faccia comprendere la E.V. a tutti i suoi dipendenti depositari dell’Autorità e della Forza pubblica che l’ordine politico con tanto successo mantenuto ,potrebbe essere ora minacciato da questi
antichi nemici, i quali pongono in pericolo gli averi e la tranquillità dei pacifici cittadini.
Specialmente nelle Campagne il furto ebbe da un pezzo per l’incuria del passato Governo estese proporzioni, e il Contadino, che si vede rapito il frutto dei propri sudori crede il Governo senza forza per difenderlo e ne mormora e non ci si affida ….
BETTINO RICASOLI”
(Affari generali del governo dell’isola d’Elba 1859-60.Doc. 15-100.Circolari da 1 a 42.Circolare n 41.Archivio storico comune Portoferraio)
Marcello Camici