I giornali del 30 gennaio riportano la notizia che la Giunta comunale di Portoferraio ha deciso di dedicare all’ex sindaco Giovanni Ageno la Piazza antistante il municipio che, dal 1946, ospita la lapide dell’artista Arturo Dazzi dedicata a Pietro Gori. La lapide dell’artista è, come si sa, un omaggio che i cittadini di Portoferraio vollero offrire nel 1913 alla memoria del “poeta dell’anarchia” e dell’avvocato dei “diseredati”. Negli anni a noi più recenti poi quella piazza ha preso giustamente il suo nome.
All’inizio abbiamo pensato ad una fake news, una delle tante che circolano in queste settimane di campagna elettorale, ma poi amici e conoscenti ci hanno confermato che la notizia è vera come sono vere le dichiarazioni dell’attuale sindaco Ferrari e degli altri esponenti della Giunta relative alla motivazione di tale iniziativa, che vuole essere una sorta di “riparazione morale” a posteriori dell’ex sindaco che in vita ha subito una “grave ingiustizia”. Dice il sindaco: «a Gori è dedicata la piazza davanti al municipio, ma anche una strada che passa dietro al palazzo della Biscotteria. Mi risulta inoltre che la toponomastica storica della città indichi la strada come prima attribuzione a Gori. La piazzetta, in realtà, era dedicata a monsieur Hutre, notabile di Portoferraio all’epoca di Napoleone. Solo in un secondo momento la piazzetta fu intitolata a Gori».
Ora non vogliamo entrare nel merito dell’operato dell’ex sindaco Giovanni Ageno, sono passati troppi pochi anni dalla sua morte per poter dare un “giudizio” e una “valutazione” seria e storica del suo operato e non vogliamo certamente entrare nel merito delle polemiche politiche che ingolfano di questi tempi i media, ma vogliamo sottolineare alcuni aspetti di ambito storico che questa scelta determinano nel contribuire a modificare nella sostanza l’identità e la storia di questo territorio.
Facciamo un tuffo nel passato per ricordare la storia di questo luogo: tutti sono a conoscenza dell’importanza del ruolo di Pietro Gori (1865-1911) nell’Isola d’Elba e nella costa tirrenica della Toscana (per limitarci a questi territori) nella difesa degli interessi delle classi subalterne e nella propaganda di ideali di libertà ed eguaglianza. L’affetto con cui la memoria di Gori è stata conservata all’Isola d’Elba è dimostrato dai tanti luoghi che ancora conservano testimonianze, come le numerose lapidi, dedicate al vate dell’ideale: Portoferraio, Capoliveri, S. Ilario etc. Tutti sanno anche come con l’ascesa al potere del fascismo molti dei tributi marmorei dedicati a Gori furono rimossi e distrutti, alcuni nascosti e ricollocati appena la dittatura venne sconfitta. Tra le prime grandi manifestazioni che attraversano la distrutta Portoferraio del 1946 vi fu quella per la ricollocazione della lapide dell’artista Dazzi rimossa dalle autorità fasciste dalla sua iniziale collocazione nella piazza che oggi porta il nome di Cavour nelle adiacenze del porto. Quella manifestazione nel nome di Gori simbolicamente fu anche la prima grande espressione popolare della riconquistata libertà. La partecipazione di massa dei lavoratori e dei cittadini a quell’evento è testimoniato dalle numerose fotografie che ancora si conservano, e giustamente negli anni quella Piazzetta a ridosso del municipio è diventata nel cuore e nei fatti la Piazza Pietro Gori, una sorta di riconquista morale della memoria ferita dell’intera comunità. Ora voler rimuovere quel nome con il semplice fatto che esiste anche una strada intitolata a Gori e sostituirne il nome significa tradire non solo coloro che nei decenni passati ne hanno conservato con amore la memoria ma anche cercare di cancellare di fatto la storia di questa comunità e di Pietro Gori.
Per questa ragione noi protestiamo e faremo di tutto per denunciare questa operazione che definire mistificatoria e strumentale vuol dire fargli un complimento.
Franco Bertolucci direttore della Biblioteca F. Serantini
Furio Lippi presidente dell’Associazione amici della Biblioteca F. Serantini - ONLUS
Maurizio Antonioli, storico
Gian Mario Cazzaniga, storico e filosofo
Paolo Finzi, redazione «A rivista anarchica»
Stefano Gallo,storico
Martina Guerrini, scrittrice
Pasquale Iuso, storico
Adriano Prosperi, storico
Martino Seniga, giornalista e scrittore