Caro Mario,
tu sai bene che le nostre idee politiche sono agli antipodi e che da sempre il mio impegno è quello di sconfiggere la destra non solo per il governo del Paese ma anche nella direzione degli enti locali, compreso il Comune di Portoferraio di cui tu sei pro-tempore sindaco da quasi quattro anni.
In più occasioni ti ho personalmente contestato alcune scelte compiute in questo periodo dalla tua Amministrazione, ma tutto ciò non ha fino ad oggi scalfito un rapporto più che trentennale di amicizia e di stima reciproca che vorrei sforzarmi ancora di mantenere. Ho anche apprezzato, lo sai, la tua competenza in ambito ambientale – tua è la prima “Guida dei sentieri natura dell’Elba e Capraia” – e la tua passione nella ricerca della documentazione storica audiovisiva dell’isola che ci ha consentito, nel recente passato, di dar vita ad eventi di indubbio interesse culturale e popolare.
Mi è parso doveroso fare questa premessa per dire che nei tuoi confronti, al di là della naturale dialettica politica e di un giudizio severamente critico sulla tua esperienza amministrativa, non mi ha mai animato né mi anima alcuna pregiudiziale avversione o risentimento di carattere personale. Per questa ragione non ti nascondo che mi ha profondamente colpito e indignato la tua decisione di cancellare il nome di Pietro Gori dalla piazza antistante il Comune, dove nell’immediato dopoguerra fu posta la lapide che i fascisti rimossero senza però osare distruggerla. Una decisione che invece di contribuire a quella che tu hai definito “pacificazione” ha fatto riemergere, al contrario, un clima pesante di contrapposizioni e divisioni che il tempo, per fortuna, aveva in larga parte sopito.
Sul merito della vicenda contrassegnata dalla tragedia umana dell’ex sindaco Ageno, al quale tu e la tua Giunta volete titolare la piazza cancellando il nome di Pietro Gori, per brevità ti rimando al comunicato della lista “Liberi e Uguali” che condivido e nel quale mi identifico. Mi limito solo a dire che i sentimenti di umana pietà e comprensione nei confronti di una persona colpita così duramente da una vicenda giudiziaria che solo dopo la sua morte l’ha visto assolto, non devono essere confusi col giudizio politico che sull’operato di quella stessa persona ciascuno può legittimamente esprimere. Comunque capisco, pur non condividendole, le ragioni che ti hanno portato ad assumere questa decisione. Ma perché attuarla in spregio ad un’altra figura, di ben più ampio spessore storico e culturale, e di notorietà addirittura planetaria, quando si poteva benissimo assegnare alla memoria di Ageno una nuova via o piazza nel naturale sviluppo della toponomastica cittadina? Oppure, se proprio se ne avvertiva l’urgenza, perché non titolare l’altra via del centro storico dedicata a Pietro Gori lasciando inalterato il nome su quella della piazza che da circa settant’anni è considerata un luogo simbolo di un personaggio amato in tutto il mondo e che rappresenta un pezzo significativo della storia della nostra isola?.
Ecco, Mario, ripensaci, sei sempre in tempo. perché questa potrebbe una soluzione mediata che non ti fa arretrare dalla tua discutibile ma legittima decisione, e che nel contempo può davvero contribuire, pur nel conflitto politico e nella diversità delle opinioni, ad una pacificazione degli animi di cui questa città e l’isola hanno indubbiamente bisogno.
Rimettere la originale targa al suo posto è cosa semplice da fare. E ne vale davvero la pena.
Danilo Alessi
Nella foto lo spazio, ora vuoto, che era occupato dal cartello indicante: Piazza Pietro Gori