Sono appena tornata a casa dal nostro piccolo teatro gioiello dei Vigilanti dove questa sera sul palco è andata in scena una vera e propria lezione di giustizia.
Per non morire di mafia, il titolo di uno spettacolo narrante la vita di Pietro Grasso oggi procuratore antimafia ma che ha lottato sempre contro la mafia soprattutto in terra di Sicilia, anche a fianco dei giudici Falcone e Borsellino. Sul palcoscenico insieme a Sebastiano Lo Monaco interprete del lungo intenso monologo, grande protagonista è la lavagna dove l’attore appunta col gesso bianco i momenti essenziali della vita di Grasso fino all’inizio del famoso “maxiprocesso”, terminato finalmente con condanne definitive e quindi colpevoli conclamati. E’dall’inizio del maxiprocesso che l’Italia combatte puntualmente la mafia e le mafie, è da quel momento che l’Italia prende coscienza che l’organizzazione mafiosa non è un fatto solo siciliano, e stasera abbiamo assistito in un silenzio consapevole, alla messa inscena del ritratto di un uomo in special modo, ma anche di molti altri uomini che con il loro lavoro non solo cercano di riportare la democrazia ove non c’è più, ma soprattutto cercano di risvegliare le nostre coscienze sopite, perché dove più cresce l’illegalità vengono meno la giustizia e la democrazia. Al termine dello spettacolo Lo Monaco gira la lavagna che si trasforma in uno specchio dove gli spettatori sono messi di fronte a sé stessi per riflettere sul significato della serata, e mi è tornato alla mente quando un anno dopo l’attentato a Falcone ed alla scorta, siamo passati in auto dalla stessa strada, e che pugno nello stomaco fu vedere la voragine lasciata nella terra dallo scoppio, e vedere quella voragine ma anche lo spettacolo di stasera serve a far sì che noi cittadini non ci lasciamo defraudare dei nostri diritti, primo fra tutti la libertà.
Maristella Giulianetti