Al Teatro dei Vigilanti Renato Cioni di Portoferraio la sera del 6 giugno la Compagnia del Registro, per la regia di Luigi Valle, ha messo in scena la commedia “I CASI SONO DUE”, di Armando Curcio.
In una dimora aristocratica vivono il barone Ottavio Del Duca e sua moglie, la baronessa Aspasia; con loro la servitù e il cane Medoro. Il tempo scorre monotono: lei si consola con la compagnia del cane, lui convive con le sue fisime di malato immaginario.
La scena si anima quando il cuoco, Gaetano Esposito, un birbante matricolato, ne fa qualcuna delle sue: ora imbroglia al gioco delle carte il servitore Giuseppe, destinato a perdere e a soccombere sempre, ora, infastidito dallo sguardo penetrante di Medoro, tortura la povera bestia e poi decide di sopprimerla, nascondendo astutamente ai padroni come è accaduto il triste evento.
Con la scomparsa di Medoro la solitudine si fa ancora più pesante, quando… grazie ad uno scrupoloso investigatore, Ottavio scopre che, per un peccato di gioventù, dalla relazione con una ballerina, è diventato padre.
E qui si succedono i colpi di scena, che rendono esilarante la commedia, con la scoperta di uno e poi di un secondo figlio. Ma il finale… chi può vada a vedersi la commedia a Capoliveri, il prossimo 13 giugno, alle ore 21,30, al Teatro Flamingo. Io posso dirvi che la risata si smorza in un sorriso un po’ malinconico, come è la vita di due anziani signori, pur nobili, ma soli, di nuovo soli.
Come ha detto Leonello Balestrini, che ha curato l’elegante scenografia, gli interpreti si dichiarano dei dilettanti, ma in realtà sono degli attori, dei bravi attori, tutti indovinati e convincenti nel loro ruolo, dalla baronessa dai modi raffinati e dall’incedere aristocratico al maggiordomo compito e severo, a Giuseppe nel suo status di vittima, all’investigatore seriosamente professionale e ai nuovi entrati, il figlio numero due, impacciato e goffo, la cameriera Maria civettuola quando è il caso e il rude e schietto pescatore portatore di eclatanti notizie.
Esilarante, dominatore della scena il barone Ottavio, interpretato magistralmente da Duilio Biani, mentre straripante e geniale ancora una volta è Gennaro Squillace, nelle vesti di Gaetano Esposito, che riesce a caratterizzare il suo personaggio adattandolo alle mutevoli situazioni in cui si trova coinvolto, senza tuttavia mai incrinarne la unicità personale, che si esprime nella mimica, nella napoletanità dell’accento e nella spassosa storpiatura di parole, sia quando Gaetano è il cuoco furbo e ladro, sia quando si atteggia a padroncino esigente, sia quando riveste l’abito di figlio obbediente e affettuoso, il figlio ritrovato, il vero figlio, il baroncino.
La Compagnia del Registro, composta prevalentemente da insegnanti, medici, impiegati, oltre ad offrire al pubblico un intelligente divertimento, dimostra il suo legame alla comunità elbana elargendo in beneficenza il ricavato degli spettacoli, che in questa ultima occasione è stato devoluto all’Associazione per le cure palliative e alla Comunità Exodus, Questo gesto generoso aggiunge un motivo di soddisfazione per gli spettatori che, nonostante la carente pubblicità mediatica dell’evento, sono accorsi numerosi.
Il 13 giugno si replica a Capoliveri.
Una affezionata spettatrice
Licia Baldi