E’ la passione per la natura e per l’arte il filo che lega l’artista (Medico, docente Universitario) Marcello Camici a Cercivento, paese della Carnia dove volentieri torna, e che ospita a partire dal 15 luglio 2018 la sua mostra Personale “ISOLA D’ELBA MARE.SPIAGGIA.SCOGLIO”. L’esposizione si inserisce nell’ambito del Progetto “Cercivento promuove bellezza” e porta ancora una volta il mare tra queste terre montane (era successo con la mostra dell’artista tedesco Matthias Schlüter lo scorso autunno) e ancora una volta si predilige il contrasto tra l’arte contemporanea e la splendida cornice seicentesca della Cjase Cjandin, dopo le “Contaminazioni Urbane” con le lamiere industriali di Bruno Aita sono ora i silenziosi disegni a carboncino di Camici che evocano spazi lontani reali o forse sognati.
L’intento di Camici è “Far conoscere l’Isola d’Elba, la terra che amo, e far incontrare gente di mare e gente di monte attraverso il mare, la spiaggia, lo scoglio, i tratti tipici dell’isola che sono protagonisti di ogni quadro esposto, espressi con i colori ad olio su tela e pastello, con il bianco e nero del carboncino e della matita nera” La mostra ed è allo stesso tempo un tributo al paese che la ospita “Ho scelto di esporre a Cercivento perché è un paese ed un luogo unico per tanti motivi: Lo è perché vi sono legato affettivamente, lo è perché è una Bibbia a cielo aperto, lo è per le case storiche disseminate nei suoi vicoli, lo è per i sentieri che si dipartono per arrivare sulla cresta dei monti, lo è per l’intenso verde dei prati sotto il sole, il grigio cupo sotto la nebbia, il bianco splendore sotto la neve”.
La mostra a cura degli Assessori De Conti e Piazza è sostenuta dalla Regione FVG e resterà aperta fino al 29 luglio 2018, legandosi con le diverse iniziative artistiche in corso a Cercivento: mostra “Icone Musive” della Scuola Mosaicisti Spilimbergo, e incantevoli opere d’arte che costituiscono i percorsi tematici del progetto “Cercivento una Bibbia a cielo aperto” arricchite da poco di un nuovo ciclo di affreschi ad opera di Paolo Orlando alla Casa Canonica.