Dopo il grande successo della mostra “… SE TORNASSE OGGI”, progetto multimediale legato all’Elba e ad alcuni dei suoi figli illustri, esposizione fotografica, supporto audiovisivo ed installazione evocativa dei personaggi che si è tenuta ne giorni scorsi alla Telemaco Signorini di Portoferraio, abbiamo deciso, per chi non è potuto venire, o per chi vuol rivedere, e riascoltare con più calma, le storie dei nostri 11 personaggi illustri che in passato hanno vissuto nella nostra isola e che OGGI potessero per un giorno tornare, che cosa direbbero dell’attuale modernità? Quali le loro considerazioni sul tempo attuale?
Continuiamo con Renato Cioni, raccontato da Cristina Cioni
Il 15 aprile del 1929, nasceva a Portoferraio Renato Cioni, il tenore che ha vissuto una favola vera. Di umili origini, figlio di un pescatore, diventò una star e uno dei principali protagonisti della scena lirica mondiale. Successi su successi, tanto che un giorno, stanco di viaggiare, disse «Tornare in America? No, mandateci quel giovane Pavarotti». Un improvviso malore, purtroppo, ce lo ha tolto il 4 marzo 2014. Inutile dire che l’Elba e il mondo della musica lirica internazionale, hanno perso un uomo di valore. Alcuni anni fa, Cioni venne inserito in un Cd che celebrava i 40 tenori più rinomati e acclamati del panorama concertistico. L’isola, dunque, ha dato i natali a due grandi big nel campo musicale: il maestro Giuseppe Pietri, originario di Sant’Ilario e padre dell’operetta italiana, e a Renato Cioni, che tra gli anni Sessanta e Settanta fu protagonista indiscusso in tanti palcoscenici. A distanza di due anni dalla sua scomparsa abbiamo sentito la figlia Cristina, anche lei sublime cantante di musica leggera, tanto che qualcuno l’ha definita la nuova Mina. «Babbo, un uomo meraviglioso. Sesto di 9 fratelli di una famiglia povera. Nonno Luigi era pescatore e sua moglie Cesarina tirava su i figli con grande forza. Talento, passione, tenacia hanno portato mio padre dal cantare l’Ave Maria, qui in Duomo ai matrimoni, ad essere un grande artista. Dolce, comprensivo, buono e umile. Un vero signore. Da bambina mi faceva ridere facendo imitazioni e ballando, talvolta sfornando esilaranti barzellette. Era buffo». Cristina ricorda la figura del padre, raccontandoci quando il maestro per farla divertire si appoggiava sul braccio un tovagliolo, come se fosse un cameriere, e le portava la mousse al cioccolato dicendole: «Ecco a lei signorina, desidera altro?».
Della sua carriera è stato detto tutto. Fu partner della celebre Callas e con lei cantò per la regina d’Inghilterra, poi Moffo, Tebaldi, Sutherland e altre dive. Lavorò con registi come Zeffirelli e Visconti. Muti e von Karajan furono tra i suoi direttori d’orchestra. Successi a Londra, San Francisco, Parigi, New York e nei teatri italiani. Meno nota, invece, la vita del Cioni negli anni 80 e seguenti. Tenne dei corsi alla scuola media Pascoli per sensibilizzare gli studenti alla musica. Cantò nelle fortezze medicee per i profughi delle Croazia. Si esibì alla Fortezza di Marciana e al cinema teatro Pietri, concerto al quale assistettero 400 studenti che lo acclamarono. Poi il momento più difficile. ‘Fuggì’ a Milano, rifugiandosi nella ‘Casa Verdi’, una struttura che ospitava artisti in pensione. Cioni si era sentito trascurato dalla sua Elba. Ma non resistette molto al richiamo e al fascino della terra che gli diede i natali, e dopo un anno con la sua adorata moglie Loretta tornò all’isola e ci disse: «A Milano ho cantato con Placido Domingo, sono stato a Roma al Maurizio Costanzo Show, ma qui ho 4 figli e 4 nipoti. Farò conoscere la mia storia, farò serate cantando e narrando ciò che ho vissuto negli anni magici».
Cristina chiude l'intervista dicendo che "se tornasse oggi" farebbe esattamente la stessa scelta....prima l'amore e la famiglia!