L’ALBA DELL’UNITA’ D’ITALIA ALL’ELBA (1859-1860)
Il giorno 8 dicembre 1859 una circolare a firma Bettino Ricasoli perviene ai governatori delle province dello stato di Toscana. Ricasoli nelle veste di presidente del consigli e ministro dell’interno del governo di Toscana a loro si rivolge in questi termini “…seguendo il mio costume di manifestare ai capi delle province gl’intendimenti del Governo sulle principali operazioni politiche ,a fine di porli in grado di dare ai loro amministrati quelle franche spiegazioni che valgono più di ogni altro espediente e rassicurarli che il Governo non deflette dalla sua politica nazionale, e valgono ancora a dissipare i dubbi dei non bene informati.
Nell’imminenza del Congresso europeo gravi riguardi politici tolsero a S.A.R. il Principe Eugenio di Carignano di poter assumere la reggenza che gli era stata deferita dalle Assemblee di Toscana, delle Romagne, di Modena e di Parma per conservare questi paesi devoti al principio monarchico costituzionale, aspettando tranquilli un assetto nazionale secondo i loro voti… “
Continua Ricasoli spiegando ai governatori che “…la unificazione dei quattro stati indipendenti (1) avrebbe portato avrebbe a distruggere i presenti governi senza produrre il governo definitivo che è stato deliberato e che è fermamente voluto …. Un piccolo nuovo stato dell’Italia centrale ora sarebbe rimasto oppresso dall’Austria e si suoi satelliti di Roma e di Napoli ,ora sconvolto dai rivoluzionari ora agitato dal moto della nazionalità ..bisognava dunque che all’occorrenza della designazione fatta dall’Augusto Principe i quattro stati si stringessero maggiormente senza confondersi… questo fatto era la Lega militare già conclusa ed
eseguita dai quattro stati indipendenti …il governo presente della Toscana e quello transappennino (2) continueranno ad essere ciò che oggi sono, con tutta la libertà d’azione per mantenere l’ordine, e conseguire l’unione nazionale sotto lo scettro di Re Vittorio Emanuele.
Fra i due Governi starà il commendatore Boncompagni, il quale assumendo il titolo di governatore generale della Lega degli Stati dell’Italia centrale, servirà di legame diretto fra questi Stati e il Re Eletto, darà direzione uniforme alle cose militari dell’esercito, e provvederà alla esecuzione di tutti quegli atti collettivi che i due Governi crederanno di fare nell’interesse comune…Rimasto inefficace il voto per la reggenza, il governatore generale deve considerarsi come simbolo della unione col regno italiano, come aiuto a conseguirla …I rappresentanti dell’assemblea toscana sparsi nelle loro province mantengano il fuoco sacro della fede e
dell’amor di patria,alimentino nelle popolazioni la coscienza dei loro diritti e della loro forza …
Firenze lì 8 dicembre 1859
Il presidente del Consiglio dei ministri ministro dell’interno
B. RICASOLI“
(In pg 223 di “L’assemblea toscana del 1859-60”. Pier Luigi Ballini.Edizioni polistampa. 2012)
Questa circolare spiegando la situazione politica, incerta, in cui si trova l’Italia centrale alla fine del 1859, evidenzia tutta la figura di statista e di “mente politica” del nostro risorgimento di Bettino Ricasoli.
L’Italia centrale, tutta, vuole unirsi al Piemonte anche se diverse sono le sensibilità politiche sul modo di farlo.
C’è chi vuole farlo con la rivoluzione di piazza e chi con la diplomazia, c’è chi vuole autonomia (autonomisti) e poi unione, c’è chi vuole unione subito (unionisti).
Sorge in questo periodo la “questione” con lo stato pontificio.
C’è inoltre da trovare il beneplacito delle potenze europee che dia il via libera a tale unione.
Nelle more, la Lega militare col Piemonte è la via politica che viene scelta.
C. Boncompagni è nominato governatore generale della Lega degli Stati dell’Italia centrale: ”servirà di legame tra questi Stati e il Re Eletto”
1) Romagna, Modena, Parma, Toscana
2) Regno Sabaudo
Marcello Camici