Piombino ospita una mostra, dalle forti suggestioni espressioniste, di opere di Jader Grida, cinquantenne lucchese, autodidatta, ma figlio d’arte.
«Jader - spiega la curatrice Elena Capone - dipinge con l’espressività dirompente, e dai colori spesso selvaggi, dell’espressionismo “recente” del CO.BR.A, ma sulla scia di linee musicali e gentili come in Matisse, con qualche Venere “stramba” di affascinante memoria Art déco, fino al “montaggio” cubista, animato dall’urgenza del colore e dall’immediatezza di forme che trovano una compiutezza diversa, circolare e finale».
Nel percorso artistico si incontrano figure al contempo primitive ed attuali, rese con linee semplici, bidimensionali, ma dai percorsi complessi di un segno straordinariamente fluido ed animato. «E sono proprio quegli occhi grandi e autentici - prosegue Elena Capone - a garantire la tensione del quadro, attirando in uno spettacolo espressionista che assorbe i suoi simbolismi in colori esterni ed estranei alla figura, o interni e che si scaldano con gli umori e i ricordi dell’anima. Insieme a ritmati spostamenti della forma che a momenti “grida” la propria autenticità. Fanno da interessante contraltare le bocche, gentili e accoglienti o aggressive e implacabili: introducono un doppio linguaggio, forse dei racconti paralleli. Fra il detto e il non detto, fra l’essere e il non essere».