Ovidio, il Piattaino, con le sue novantotto primavere splendidamente portate, è la memoria storica di Pomonte. Ogni mattina scende al suo “orto chiuso”. Era un ragazzo quando al Calello attraccavano le barche dei mercanti di vino genovesi, le laudi, e una carovana continua di asini con i basti carichi di otri di vino scendevano dai sentieri della Valle, dove i balzi di vigne arrivavano fino a sotto il Capanna.
L’uva si spremeva lassù, nei palmenti dei magazzini costruiti nell’Ottocento fino a quote attorno ai 400 m., da San Biagio, poco sotto i ruderi dell’antica pieve romanica, ai Caprillacci de La Terra, dove sorgeva l’antica Pedemontem, alla Cerchiaia, Cote Ritonda, La Penta, Porterogna.
Erano i magazzini dei Lorenzi, dei Costa, Peria, Sardi, Berti, Paolini, Vai, Galeazzi, Bonti, Maniero, Piacentini. Le antiche famiglie Pomontiche, che nell’Ottocento da Marciana erano tornate a ripopolare la Valle di Pomonte.
I Ragazzi de Il Calello: figli, nipoti e pronipoti di quei vecchi Pomontinchi che portavano il vino dai magazzini della Valle fino al mare, hanno riaperto il sentiero dei loro avi.
Il Parco Nazionale ha fornito l’attrezzatura. Loro il lavoro. E così si è aperta una strada magica di natura e storia, immersa nei colori e nei profumi della macchia. Antiche viti che si attorcigliano negli ontani, grandi corbezzoli e foreste di scope e poi…il fiorire dei gigli accanto al viola della lavanda,vicino agli antichi “steccati” di Cote Ritonda. Davanti ai magazzini, il sasso di leva, dentro, il palmento , il palo di leva, i troppoli, la premitoia e gli altri strumenti con i quali dagli acini di San Giovese e Procanico “nasceva” il rosso ed il bianco di Pomonte. Poi c’era l’ansonica, il moscato e l’aleatico.
Poi arrivati a San Biagio, il sentiero 109 ci riporta a Pomonte scendendo la Valle dei Mori, oppure, se vogliamo, salendo si giunge alla Grottaccia e alla GTE.
Buon cammino...
Beppe Tanelli