La raccolta comprende nove racconti, che sono ritratti fisici e psicologici di altrettante creature femminili, con l'unica eccezione di Junichiro Kawasaki, intellettuale giapponese e maître a penser della nazione. .
Accomuna tali ritratti il desiderio, da parte dell'autrice, di indagare l'interiorità dei personaggi e le motivazioni dei loro comportamenti, a contatto con gli stimoli, gli eventi e le emozioni che la realtà esterna offre loro a piene mani, talvolta brutalmente.
Alcuni sono personaggi storici e illustri come Maria Walewska, l'amante polacca di Napoleone, che venne segretamente a trovarlo all'Isola d'Elba, durante l'esilio dell’empereur, al posto dell’inutilmente attesa Maria Luisa d’Austria, la legittima consorte; o la mitica Paolina Bonaparte, di cui viene ricostruita l’avventurosa vicenda esistenziale, tra folli passioni, slanci di generosità e prevedibili civetterie, all’ombra dell’ingombrante fratello; o ancora Virginia Oldoini, la mitica Contessa di Castiglione, la "statua di carne", secondo la definizione del Metternich, che sedusse Napoleone III, per farlo intervenire a fianco dei piemontesi nella seconda guerra d'indipendenza contro gli austriaci.
Altri, invece, come Irene, la bambina che trascorre l'infanzia nella sua isola "di ferro e di sale" tra gli anni '50 e '60, o Olga, la ragazza costretta a trasferirsi in Italia a fare la badante, seppure personaggi di fantasia, evocano creature in carne ed ossa.
Maria, poi, è la vittima di una vicenda tragica, uno stupro di guerra, purtroppo non l'unico, davvero accaduto all'Isola d'Elba durante la drammatica liberazione dai tedeschi nel giugno del '44. Mentre Eleonora, che chiude la carrellata, è prigioniera della sua bellezza, fino a disumanizzarsi nella ricerca di una perfezione impossibile.
Dunque l'intento è quello di disegnare con le parole i volti, i corpi, le psicologie, ma soprattutto le anime, di creature illustri o modeste, con la persuasione che, aldilà degli orpelli e dello status sociale, ciascun individuo è chiamato a misurarsi, nella propria unicità e solitudine, con le grandi sfide esistenziali: la vita, la morte, l'amore, il dolore.
MGC
Dalla Prefazione di Antonella Lorenzi
[…] Fili che si intrecciano, donne di luoghi e tempi lontani fra loro, alcune realmente vissute e altre nate dall’immaginario dell’Autrice ma che, pur rispondendo in modo diverso alle sfide che la vita mette loro davanti e pur non sapendo nulla l’una dell’altra, si parlano, si riconoscono, si chiamano dalle sale di una galleria che le vede riunite tutte assieme a raccontare la loro storia. Donne che vedono messa in discussione la loro volontà all’interno di culture in cui è quella maschile a prevalere, nonostante le doti e le soddisfazioni professionali, come quella Dora Pistillo che, all’inizio degli anni Venti del secolo scorso, diventata una botanica esperta, si sacrifica ad andare a Torino a frequentare un corso di fisiologia delle piante ma deve rimettere tutto in discussione per seguire il marito; o come Maria, “brava come nessuna a smontare vecchi cappotti e giacche consumate”, che aveva dovuto mettere nel cassetto il suo sogno di diventare sarta perché “il marito non voleva gente per casa”. Eppure, quando gli eventi (familiari, economici, sociali) imporranno nuove necessità, queste donne si affacceranno su nuove vite proprio mettendo a frutto la loro creatività, la loro vivacità intellettuale, il loro bisogno di fare, il loro ‘saper fare'[…] Il valore che viene assegnato alla conoscenza, all’istruzione, che aiuta a “dipanare un po’ meglio l’intricata matassa della realtà”, è centrale nei racconti. Si legge molto, nelle case delle protagoniste: leggono le bambine, leggono le ragazze, continuano a leggere le mamme, anche se hanno fatto solo la scuola primaria. […]
Vite, vite vere, come le nostre, come quelle di tutti. MG Catuogno le racconta in una prosa che aderisce alla realtà, con scelte linguistiche accurate che tradiscono una ricerca costante di armonia e rivelano il suo rapporto con la parola poetica. La cura del dettaglio, che testimonia del lungo lavoro di ricerca e documentazione, la si ritrova tanto nella ricostruzione di ambientazioni anche assai diverse fra loro quanto in quella delle atmosfere e delle psicologie dei personaggi. In particolare in alcuni racconti, quelli in cui l’Autrice ci accompagna in un tempo più lontano, si ha davvero la sensazione di muoversi in un paesaggio agricolo ormai scomparso, quale la campagna del Piemonte di fine Ottocento o a bordo dei grandi vapori che solcavano l’oceano al tempo dell’ondata migratoria del primo Novecento o nelle atmosfere ovattate di un giardino giapponese al tempo della fioritura dei ciliegi. […]