L'era nucleare nasce con la bomba sganciata ad Hiroshima il 6 agosto 1945. Siamo nel secolo scorso, il Novecento definito «secolo breve», epoca di tragedie e di crollo della razionalità illuministica, tanto efficiente da creare organizzatissime fabbriche della morte di cui Aushwitz è il simbolo.
Il Novecento si è chiuso ma ancora parliamo della minaccia nucleare, tristemente richiamata nei mesi scorsi dalle scelte della Corea del Nord e dai rapporti internazionali soprattutto con gli Stati Uniti d'America. I dati che ci vengono forniti da istituzioni indipendenti ci presentano un quadro sconfortante, parlandoci di incremento della produzione di ordigni nucleari, per la prima volta dopo il crollo del muro di Berlino. Quasi dieci mila sono attualmente le testate nucleari detenute da nove potenze atomiche: Russia (4300 testate), Stati Uniti (4000), Francia (300), Cina (270), Regno Unito (215), Pakistan (140), India (130), Israele (80) e Corea del Nord (20-25).
È in gioco il futuro stesso dell'umanità. Rischiamo «l'autodistruzione», come si esprimeva Giovanni Paolo II. Poco tempo fa, il presidente della Russia, Vladimir Putin, ha dichiarato che il mondo sta sottovalutando il pericolo di una guerra nucleare e che «se arriveranno i missili in Europa, l'Occidente non squittisca» se la Russia reagirà. Putin accusa gli Stati Uniti di essere venuti meno al Trattato che, siglato nel 1987 da Reagan e Gorbaciov, ha posto fine alla politica degli euromissili. Va comunque ricordato che il territorio italiano ospita settanta testate nucleari statunitensi.
Dopo Hiroshima la dottrina della guerra ha dovuto fare i conti con la novità rappresentata dal Nucleare.
Anche la Chiesa Cattolica ne ha preso atto sin dagli anni Sessanta. La Pax Christi è dono di Cristo risorto affidato alla responsabilità dell'uomo. L'impegno per la pace della Chiesa e dei cristiani non è la paura di una catastrofe planetaria ma l'amore per l'uomo, per ogni uomo, perché fratello in Cristo. I criteri a cui il cristiano si ispira sono nuovi rispetto alla mentalità mondana. La logica delle Beatitudini rappresenta quella riserva critica che le impedisce di adattarsi ai ragionamenti umani e le consente di percorrere le vie di pace sulle orme di Colui che ha vinto il mondo. Il tema biblico della pace può essere considerato il fondamento teologico dell'etica economica e di quella politica.
Con tutti gli uomini "di buona volontà", i cristiani devono farsi promotori della cultura di pace, ovunque e con costanza. Impegniamoci a fermare i progetti di morte che trovano terreno fertile nella violenza verbale e nelle discriminazioni. L'impegno diventa quindi corresponsabilità verso tutti, perché l'orizzonte è l'unità del genere umano, l'appartenenza all'umanità. E nessuna ideologia, specie quella nazionalista, può contraddire questo dato. E' tempo di costruire ponti e di abbattere i muri.
Nunzio Marotti