«Nullum est sine nomine saxum» («Non c’è pietra che non abbia un nome»): con questa frase del poeta latino Marco Anneo Lucano si apre, edito da Persephone Edizioni, il libro «Formazioni rocciose dell’Elba occidentale» scritto da Silvestre Ferruzzi con la collaborazione di Alberto Batignani e Fausto Carpinacci. «Cote», «tozze», «lisce», «sassi» e «pinzaloni»; con questi nomi, che conservano l’asprezza dei monti elbani occidentali, venivano e vengono ancora chiamate le bizzarre formazioni rocciose che costellano ogni vallata, ogni cresta del Monte Capanne. Furono presenze rassicuranti per gli uomini di ogni tempo, che le usarono probabilmente come segnali per la divinità e poi, molto più avanti, come prosaici segnacoli naturali per delimitare il pascolo delle capre. Alcune di esse, come la Cote a Mezzigiorno e la Cote dell’Undici, funsero da meridiane naturali per i contadini elbani.
In ogni caso, le formazioni rocciose dell’Elba occidentale hanno in ogni tempo attirato l’attenzione e la curiosità degli elbani e dei «foresti»; tralasciando i significati cultuali che popolazioni protostoriche avranno certo attribuito ad esse, bisogna giungere al Settecento per avere consapevolezza dell’importanza scientifica rivestita da questi «scherzi» della natura, ora traforati in mille ricami dall’erosione di pioggia e vento, ora compatti e monolitici.
Nel volume – di 142 pagine – sono riportate le schedature di 105 formazioni rocciose «storiche», ovvero attestate da documenti o tradizioni orali antecedenti la metà del Novecento; tra esse si ricordanoCote Alta, Cote di Baianella, Cote Bezzicata, Cote al Galletto, Cote del Giovannini, Cote Làpida, Cote di Liborio, Cote alla Muta, Cote dell’Orbo, Cote di Pallinetto, Cote Pinzuta, Cote di Poncio, Cote del Pra’ di Tommeo,Cote Ritonda, Cote Ritta, Cote Rossa, Cote della Scarza, Cote alla Scopa, Cote Spaccata, Cote Tombolata, Cote di Trana, Pietra Caldaia, Pietra Rossa, Pietra Venaia, Sasso Basso, Sasso del Malpasso, Sasso Pinzuto, Tozza alla Croce, Tozza alla Noce, Tozza al Pròtano, Tozza ai Quattrini, Altarini, Acchiappacavalli, Ciottolone, Coppa al Nappo, Nido, Tole.
Il testo comprende infine note storiche sulle rocce dell’Elba occidentale scritte da illustri geologi e mineralogisti come Gerhard von Rath, Igino Cocchi e Piero Aloisi.