Saletta della Gran Guardia piena a Portoferraio per la presentazione dell’ultimo libro di Nunzio Marotti. Docente di religione, giornalista pubblicista, collaboratore di Toscana Oggi, una vita spesa da credente nella realtà elbana, ha deciso a sessanta anni di pubblicare alcune sue riflessioni in versi: titolo "Non ultimo è il male" - tipi di Giuliano Ladolfi editore - euro 10,00 -"perché alla mia età ho ritenuto che quando si pensa di aver compreso qualcosa è bene dirlo".
Ad accompagnarlo al tavolo, nel tardo pomeriggio di venerdì, scrittori e poeti - Federico Regini, Gisella Catuogno, Sandra Palombo; cariche politiche - gli assessori comunali alla cultura Nadia Mazzei e all’istruzione Chiara Marotti; studenti, amici, colleghi, una folta rappresentanza della fondazione Exodus, l’associazione di volontariato che si occupa di disagio giovanile e tossicodipendenze.
"È un regalo prezioso che un poeta credente ci fa sotto Natale, un volumetto che ci invita a riflettere" dice Gisella Catuogno; "un’operazione religiosa, filosofica, poetica, morale, letteraria".
"Poesie vere, le definisce Sandra Palombo; preghiere contemporanee".
Federico Regini: "un libro che pone domande, espone dubbi; l’autore è il primo che ha bisogno di attualizzare le parole del Vangelo".
Si parte dal Vangelo di Marco, spiega Marotti, perché è quello rivolto ai catecumeni, che riuscì a fare breccia nel contesto difficile della Roma imperiale: "ed allora, se ha comunicato qualcosa a quei tempi, può forse farlo anche oggi?" Ecco la sfida.
I riferimenti culturali e spirituali: David Maria Turoldo, da lui conosciuto alla fine degli anni ottanta, Tagore, i salmi.
Sono stati scelti i versi liberi perché la scrittura poetica "dice e non dice, tra un verso e l’altro si lascia una sospensione che invita alla riflessione".
Ma sono i contenuti quelli che gli interessano di più all'autore. "Dai poveri ho imparato molto" - la foto di copertina riproduce la porta del carcere di Pianosa - "ma i più poveri tra i poveri sono i detenuti e questo è l’humus del libretto".
Marotti ha una frequentazione continua con il carcere di Porto Azzurro, con cui collabora da oltre trenta anni come volontario e insegnante.
Si parla di spiritualità. Ci si confronta con quella laica: "anche Cacciari è spirituale, ma non è credente". Lo scrittore ritiene che la vita spirituale consista in un andare in fondo a se stessi, al di sotto della realtà, della concretezza, fino a trovare la base comune a tutti noi che è la nostra umanità.
La sua è una fede pensata, che si snoda tra dubbi, ma con un’unica certezza: no a fondamentalismi di qualunque genere. Il riferimento è sempre alla cosiddetta <<kenosis>>, all'umiltà profonda dello svuotamento di Dio fino ad assumere la condizione dell’umanità nella persona di Gesù Cristo.
Per questo conclude: "divino – umano, umano – divino, questo è il nostro cammino, l’apertura alla speranza che non sei solo, che non sei abbandonato, la consapevolezza che la tua più alta vocazione è spendere la vita per gli altri. Che è l’essenza dell’amore".
Buona lettura...
Emilio Bertelli